Washington accusa: Con Modi, peggiora la situazione della libertà religiosa in India
La Commissione Usa per la libertà religiosa nel mondo presenta il Rapporto 2015 sul subcontinente: “Dalle elezioni dello scorso anno, le minoranze religiose hanno subito un aumento di attacchi e di violenze verbali. Il governo non fa abbastanza per fermarle”. Delhi reagisce: “Non comprendete il Paese”.

Delhi (AsiaNews) – Il Rapporto 2015 sulla libertà religiosa in India presentato da una Commissione parlamentare americana “si basa su una comprensione limitata dell’India, della sua Costituzione e della sua società. Noi non abbiamo intenzione di recepirlo”. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero indiano degli Esteri, Vikas Swarup, dopo la presentazione del testo al Parlamento americano.

Secondo gli esperti interpellati dalla Commissione, dalle elezioni generali dello scorso anno e la conseguente vittoria del premier Modi “sono aumentati gli attacchi compiuti da estremisti indù contro le minoranze religiose. Inoltre si sono moltiplicati i commenti sprezzanti e discriminatori da parte di politici collegati al Bharatiya Janata Party al governo, che non vengono sanzionati per il loro comportamento”.

Fra i casi citati dal documento vi è il piano di “riconvertire” 4mila famiglie cristiane e mille famiglie musulmane all’induismo. La pratica, nota come “Ghar wapsi” [“ritorno a casa” ndr], è uno dei pilastri della politica radicale hindutva, secondo la quale “ogni indiano deve essere indù”. Per la Commissione, questi comportamenti “violano lo status della nazione. Nonostante si professi pluralista, democratica e secolare, l’India non riesce a proteggere le comunità religiose di minoranze. Continua un clima di impunità per coloro che le attaccano”.