Nuovo monito dei vescovi maroniti, se non si elegge il presidente libanese: “il Paese è in pericolo”
La drammatica situazione della regione e gli interessi internazionali debbono spingere i partiti a assumersi le proprie responsabilità “invece di scaricare la colpa gli uni sugli altri". La mancanza, da un anno, del capo dello Stato paralizza il normale funzionamento del governo e del Parlamento.

Beirut (AsiaNews) – I partiti politici libanesi debbono eleggere il nuovo presidente della Repubblica, per superare il vuoto che mette in pericolo il Paese a causa della drammatica situazione esistente nella regione. I vescovi maroniti sono tornati ad ammonire così le forze politiche libanesi sul pericolo che fanno correre al Paese non trovando il modo di eleggere un nuovo capo dello Stato, dopo la fone del mandato del presidente Michel Suleiman, nel maggio del 2014.

Al termine della loro riunione mensile, il Consiglio dei vescovi maroniti (nella foto) ha emesso ieri una dichiarazione nella quale si afferma che “I pericoli esistenti, cos’ come gli interessi internazionali sul Libano a causa della sua diversità culturale e religiosa, dovrebbero indurre i responsabili a eleggere un presidente". “Le successive elezioni restituiranno al Libano la normalità”.

“I partiti politici – prosegue la nota - dovrebbero assumersi le proprie responsabilità e il senso dei pericoli in agguato nella regione, invece di scaricare  la colpa gli uni sugli altri".

In base alla Costituzione libanese, il presidente della Repubblica deve essere un cristiano, ma i due partiti cristiani, schierati con gli opposti gruppi del “14 marzo” e dell’“8 marzo” non riescono a trovare un candidato comune. E il partito “Change and Reform” di Michel Aoun, insieme con Hezbollah continua a boicottare le sessioni parlamentari mirate alla elezione del capo dello Stato, la mancanza del quale paralizza il normale funzionamento del governo e del Parlamento.