Caritas Giappone, dal disastro dello tsunami una scintilla di speranza per il Paese
Il direttore esecutivo dell’organizzazione cattolica, p. Takeshi Seto, ad AsiaNews: “Il dolore provocato dagli sconvolgimenti naturali del 2011 ha dato modo alla società giapponese di conoscere meglio la Chiesa cattolica attraverso il lavoro della Caritas. E ha riacceso la solidarietà e il rispetto della natura nei nostri concittadini”.

Roma (AsiaNews) – Il disastro provocato dal Grande Terremoto che ha colpito il Giappone nel marzo 2011 “ha avuto anche un effetto positivo. Ha riacceso la solidarietà e il rispetto della natura nei nostri concittadini e ha permesso alla società civile di conoscere un poco meglio la Chiesa cattolica grazie al lavoro della Caritas”. Lo dice ad AsiaNews il direttore esecutivo dell’organizzazione cattolica, p. Takeshi Seto, a Roma per la XX Assemblea generale di Caritas Internationalis.

Il terremoto ha colpito il Paese l’11 marzo 2011, provocando uno tsunami che ha devastato le zone costiere di Sendai. Ad oggi, il numero ufficiale è di 15.703 morti accertati, 5.314 feriti e 4.647 dispersi. Cinque giorni dopo, racconta p. Seto, “è nato il Sendai Diocese Support Center (Sdsc), coordinato dalla Caritas giapponese e sostenuto da tutte le diocesi del Paese. Nonostante siano passati quattro anni, il centro è ancora attivo in molte zone. La Chiesa è presente con oltre 100 volontari attivi e nella ricostruzione delle abitazioni e nel sostegno psicologico e spirituale alle vittime”.

Per cercare di ricostruire le comunità, sono nate anche le ‘case da tè’: “Si tratta di luoghi di ritrovo, destinati soprattutto agli anziani, costruite nei luoghi che ancora risentono dei danni dello tsunami. Qui cerchiamo di fare compagnia, di creare piccoli centri di aggregazione, di non far sentire troppo la solitudine e il dolore per quanto è avvenuto. È stata una tragedia enorme, che ha creato ferite difficili da rimarginare”.

Eppure, nonostante tutto “c’è una scintilla di speranza anche da tutto questo. Subito dopo il disastro, la Caritas è stata fra le prime a scendere in campo per aiutare i sopravvissuti. E la società civile giapponese l’ha notato con favore. Abbiamo avuto modo di mostrare un poco di più la realtà della Chiesa cattolica in un Paese dove l’annuncio del Vangelo è ancora difficoltoso. Andiamo avanti su questa strada con speranza”.