Caritas Indonesia: Lavoriamo coi musulmani per le popolazioni colpite dai disastri
Un forum umanitario riunisce organizzazioni di religioni diverse che operano per il bene comune. Direttore esecutivo Caritas: “Convinciamo i cristiani a farsi aiutare anche dai musulmani. Lavorare insieme è possibile”.

Jakarta (AsiaNews) – Lavorare per il bene comune insieme a persone di religione diverse “è possibile. La maggior parte delle persone con cui operiamo non è cristiana. Per questo abbiamo creato un forum [Humanitarian Forum Indonesia ndr] di persone attive nella società ma appartenenti a più confessioni: cristiani, musulmani, indù e buddisti. Tutti cooperiamo nell’azione umanitaria”. Lo dice ad AsiaNews p. Adrianus Suyadi SJ, direttore esecutivo di Caritas Indonesia, a Roma per la XX Assemblea generale dell’organizzazione.

Il dialogo interconfessionale risulta utile per tutte le parti: “Nelle zone a maggioranza musulmana – racconta p. Adrianus – sono le organizzazioni islamiche a guidare l’azione, e noi cerchiamo di aiutarle”. “Anche nelle zone a maggioranza cristiana è così: qualche tempo fa è eruttato un vulcano e la gente temeva di farsi aiutare dai musulmani per paura che volessero convertirli. Noi li abbiamo convinti a farsi aiutare da loro, e lo stesso fanno i musulmani nei nostri confronti”.

In generale, l’operato della Caritas “si concentra sui disastri naturali (terremoti, allagamenti) e quelli causati dall’azione umana (deforestazione). Cerchiamo di accompagnare le comunità colpite ad affrontare i momenti difficili per capire come reagire”. “È una grande sfida – afferma p. Adrianus – perché non sappiamo quando la situazione si risolverà. Spesso i disastri si susseguono in poco tempo e la speranza sembra affievolirsi. In ogni caso cerchiamo di dare forza allevittime e ai sopravvissuti”.

“Il governo ci stima per il nostro lavoro sui disastri naturali, ci supporta. In questi casi collaboriamo spesso con gli esperti del governo: quasi ogni giorno siamo invitati da loro ad incontrarci e parlare di progetti futuri”.

La situazione è più complicata su altri temi, come quello dei minatori sfruttati dalle grandi compagnie. “Mentre noi parliamo di umanitarismo – afferma p. Adrianus – queste persone capiscono solo il profitto. Insieme al governo lavoriamo per raggiungere dei compromessi con gli interessati. Abbiamo organizzato un forum anche con loro per migliorare i diritti dei minatori, tuttavia è difficile convincerli ed è un processo molto lungo, a volte anche per limiti nostri”.

“Il lavoro della Caritas – precisa il gesuita – non è dare assistenza spirituale o convertire le persone. Perderemmo credibilità come organizzazione umanitaria se evangelizzassimo in modo diretto. Noi condividiamo i valori della Chiesa, alcuni dei quali sono in comune alle altre religioni. Se qualcuno vuole convertirsi gli suggeriamo di rivolgersi alle parrocchie”.