Maharashtra: il bando sulla carne di vacca “sottomette cristiani, musulmani e dalit”
Lo afferma una fonte di AsiaNews, anonima per motivi di sicurezza. Nello Stato contadini, conciatori e altri lavoratori del settore chiedono di abrogare la legge che vieta consumo e vendita di manzo. Il bando ha colpito circa 10,5 milioni di persone che dipendono da questo commercio.

Mumbai (AsiaNews) – Non si fermano in Maharashtra le proteste di contadini e lavoratori contro il bando sulla vendita e il consumo di carne di manzo. Ora anche il Republican Party of India (Rpi-A), partito regionale alleato del Bharatiya Janata Party (Bjp, nazionalisti indù) nel governo dello Stato, si è schierato con i manifestanti e promette di boicottare l’esecutivo se la controversa legge non verrà abrogata. Una fonte locale di AsiaNews, che chiede di restare anonima, spiega: “È una legge che spazza via il carattere cosmopolita di questo Stato. Nei fatti dice che le minoranze religiose e chi appartiene alle caste basse non contano nulla”.

Nell’induismo la vacca è una manifestazione del divino ed è considerata sacra: ucciderla o mangiarla è considerato un peccato, e i bramini (sacerdoti, la casta più alta – ndr) si astengono dal farlo. Solo i dalit (i fuoricasta) – considerati impuri e per questo chiamati anche “intoccabili” – la consumano e la toccano, lavorandone la pelle. La carne di manzo fa parte anche della dieta tradizionale dei cristiani e dei musulmani, minoranze religiose nel Paese.

“Il problema – sottolinea la fonte ad AsiaNews – è che in Maharashtra molte persone lavoravano nell’industria della carne: macellai, esportatori, conciatori. L’introduzione di questa legge ha colpito non solo la ‘dieta’, ma la sopravvivenza di tante famiglie. L’India è un Paese povero: non si può privare una comunità del proprio lavoro da un giorno all’altro”.

Solo a Mumbai – capitale del Maharahstra, capitale “economica” dell’India e seconda metropoli del Paese – si contano circa 900 negozi che vendono carne di manzo, che davano lavoro a circa 3.600. Un mercato gestito per lo più dalla comunità islamica Querishi. Più in generale, secondo alcune stime la legge ha colpito circa 10,5 milioni di persone che dipendono dal commercio di carne bovina.

L’introduzione della legge, prosegue la fonte, “è stato un gesto fortemente simbolico, perché rappresenta solo gli interessi delle caste più alte. Lo Stato costringe tutte le persone ad accettare una visione che però non appartiene a tutti. Non lascia libertà di scelta e sottomette le persone di caste inferiore e le minoranze”.

Per questo motivo il Rpi-A, pur essendo alleato del Bjp, si è unito ora alla protesta: si tratta di un partito fatto di membri di caste inferiori, che si è fatto eleggere promettendo a queste persone di rappresentare i loro interessi.