Lo Zhejiang sull'orlo di una profonda crisi energetica
La provincia è tra le più ricche della Cina ma deve adottare misure d'emergenza per la sete energetica estiva: industrie chiuse, niente aria condizionata o illuminazione pubblica.

Pechino (AsiaNews/Scmp) – Lo Zhejiang, una delle province più ricche della Cina, si prepara ad affrontare una grave crisi energetica che porterà alla chiusura di un alto numero di industrie in tutto il territorio.

La Commissione provinciale per l'economia e il commercio e l'Ufficio per l'Energia elettrica prevedono per i mesi estivi un deficit di circa 8 milioni di kilowatt contro i 6 milioni del 2004. "Da questo punto di vista – si legge in un comunicato diffuso dai 2 uffici statali – lo Zhejiang subirà la peggiore crisi energetica della sua storia". La provincia è uno dei centri chiave per l'industria leggera nel Paese.

In questa provincia della Cina orientale operano oltre 3 mila imprese: nel 2004 - come in altre zone del paese ad alta presenza di industrie – si è verificato un pesante deficit energetico durante il periodo estivo. Per prevenire crisi del genere l'amministrazione provinciale ha imposto alle industrie locali severe misure d'emergenza da rispettare nel momento più critico, i mesi di luglio e agosto.

Chiuderanno o fermeranno la produzione le piccole acciaierie, le produttrici di cemento e quelle galvanoplastiche: queste industrie necessitano infatti di un grande dispendio energetico. Le imprese che richiedono produzione continua - come le industrie chimiche e quelle della carta -  saranno costrette a interrompere la produzione per 10 o 15 giorni. Altre industrie o infrastrutture impegnate in campi "non essenziali" dovranno fermare la produzione ogni volta che ce ne sarà bisogno, quando le temperature si faranno troppo alte.

In generale l'aria condizionata sarà permessa solo in caso di temperatura esterna superiore ai 30° Celsius e i condizionatori dovranno essere fissati a non meno di 26° Celsius; l'utilizzo sarà completamente vietato nelle ore di picco. L'illuminazione pubblica verrà spenta e i negozi potranno accendere le insegne al neon solo nei giorni festivi.

L'anno scorso 24 delle 31 province e municipalità cinesi hanno sofferto di blackout durante il periodo estivo. A causa della carenza di carbone e combustibile le industrie energetiche nazionali non sono in grado di produrre elettricità sufficiente ad alimentare la veloce crescita economica del paese.