Tibet, madre di due figli si dà fuoco contro l’occupazione cinese: è morta
Sangye Tso, della contea di Chone, ha lasciato un messaggio alla famiglia poco prima di autoimmolarsi. Le forze di sicurezza cinesi hanno restituito il corpo ai parenti, occupando però la casa.

Dharamshala (AsiaNews) – Una donna tibetana della contea di Chone (provincia del Gansu) è morta dopo essersi data fuoco ieri in protesta contro l’occupazione cinese in Tibet e le politiche restrittive di Pechino. Sangye Tso aveva 36 anni ed era madre di due bambini. Ha compiuto il gesto intorno alle 16 (ora locale) di fronte al palazzo delle forze di sicurezza cinesi, vicino al monastero Tashi Choekhorling. La sua è la quinta autoimmolazione dall’inizio del 2015, e la 141ma in totale.

Poco dopo la sua morte la polizia ha portato via il corpo, per riconsegnarlo alla famiglia qualche ora dopo. Decine di agenti sono stati dispiegati dentro e intorno la casa della vittima.

Come riferisce il Phayul, sito d’informazione creato da tibetani in esilio in India, i familiari di Tso si sono allarmati ieri dopo aver ricevuto un messaggio vocale su WeChat. Ancora non si conoscono le parole esatte pronunciate dalla donna.

Sempre ieri il governo tibetano in esilio ha organizzato un servizio di preghiera in onore di Sangye Tso e Tenzin Gyatso, gli ultimi due tibetani morti per autoimmolazione.

Tenzin Gyatso, 35 anni, si è dato fuoco il 21 maggio scorso in protesta contro il massiccio dispiegamento di forze armate cinesi nella contea di Tawu, dove i tibetani avevano in programma di celebrare l’80mo compleanno del Dalai Lama.