Pakistan, sospese le attività di Save the Children. Controlli su 25 ong nazionali e straniere
Il segretario esecutivo di Caritas Pakistan ad AsiaNews: “Decisione che potrebbe cambiare, sono in corso negoziati tra governo e associazione”. L’accusa: attività che non riguardano “il bene del Paese e la popolazione”.

Islamabad (AsiaNews) – Il governo del Pakistan ha ordinato a Save the Children di sospendere ogni attività nel Paese, perché l’associazione “lavora contro il bene del Paese”. Accompagnati dalla polizia, nel pomeriggio di ieri funzionari governativi hanno sigillato gli uffici della Ong a Islamabad e notificato allo staff straniero di lasciare la nazione entro 15 giorni. Secondo un portavoce di Save the Children, il governo avrebbe condotto l’operazione senza preavviso. Tuttavia Amjad Gulzar, segretario esecutivo nazionale di Caritas Pakistan, spiega ad AsiaNews: “L’ordine è solo momentaneo. So da alcuni miei amici, che lavorano in Save the Children, che sono in corso trattative con il governo, quindi la decisione potrebbe cambiare”.

“Da molti mesi – afferma l’attivista ad AsiaNews – il governo sta indagando sulle attività delle Ong nazionali e straniere che operano in Pakistan. Ci sono almeno 25 organizzazioni che sono state controllate, e adesso il governo dovrà decidere se possono continuare a operare nel Paese o no”.

Le autorità, prosegue Gulzar, “vogliono capire quali di queste organizzazioni lavorano per il bene del Pakistan e del suo popolo, o se minano l’indipendenza del Paese. Come pakistano e come membro del network Caritas, al momento posso dire che un processo di revisione che compete al governo e che dobbiamo rispettare”.

Nel 2012 un rapporto dei servizi pakistani ha collegato Save the Children al medico pakistano Shakeel Afridi, che la CIA avrebbe usato per attuare un falso programma di vaccinazione mentre erano sulle tracce di Osama bin Laden, capo di al-Qaeda. Lo staff straniero venne obbligato a lasciare il Paese, dove ora operano 1.200 pakistani in progetti riguardanti la sanità, l’istruzione e il cibo. L’Ong ha sempre negato l’accusa.

Da allora Islamabad ha indurito le sue politiche verso le Ong, soprattutto quelle internazionali.

Anche Caritas Pakistan ha subito dei controlli, racconta ad AsiaNews il segretario esecutivo: “Nei mesi passati alcuni rappresentanti del governo hanno visitato i nostri uffici e controllato le nostre attività, ma noi siamo a posto. Non abbiamo alcun problema con le autorità, siamo presenti da 50 anni e diamo il nostro contributo come parte di un network cattolico. Abbiamo buoni rapporti di lavoro con il governo, a livello distrettuale, provinciale e statale”.