Papa: quando la famiglia “frana” pensare al “peso della montagna che schiaccia l’anima di un bambino”
Centrata sulle “famiglie irregolari”, ma “a me non piace questa parola” la catechesi di Francesco si è conclusa con “molti interrogativi. Come aiutarle? Come accompagnarle? Come accompagnare perché i bambini non diventino ostaggi del papà o della mamma?”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – La nostra società “apparentemente evoluta” e “le nostre raffinate analisi psicologiche” sembrano “anestetizzata” davanti alle “ferite” provocate nell’anima dei bambini, del “peso della montagna che schiaccia l’anima di un bambino”, quando “gli adulti perdono la testa, quando ognuno pensa a sé stesso, quando papà e mamma si fanno del male”. “fino a spezzare il legame della fedeltà coniugale”.

Delle ferite che si aprono proprio all’interno della convivenza famigliare, “quando cioè, nella famiglia stessa, ci si fa del male” e “ci sono casi in cui la separazione è inevitabile” il Papa ha parlato oggi alle 40mila persone presenti in piazza san Pietro per l’udienza generale, tra le quali, come di consueto è lungamente passato con la jeep bianca, benedicendo e baciando bambini.

Centrata sulle “famiglie irregolari”, ma “a me non piace questa parola” la catechesi di Francesco si è conclusa con  “molti interrogativi. Come aiutarle? Come accompagnarle? Come accompagnare perché i bambini non diventino ostaggi del papà o della mamma?”. “Sappiamo bene – aveva detto in precedenza - che in nessuna storia famigliare mancano i momenti in cui l’intimità degli affetti più cari viene offesa dal comportamento dei suoi membri. Parole e azioni (e omissioni!) che, invece di esprimere amore, lo sottraggono o, peggio ancora, lo mortificano. Quando queste ferite, che sono ancora rimediabili, vengono trascurate, si aggravano: si trasformano in prepotenza, ostilità, disprezzo. E a quel punto possono diventare lacerazioni profonde, che dividono marito e moglie, e inducono a cercare altrove comprensione, sostegno e consolazione. Ma spesso questi ‘sostegni’ non pensano al bene della famiglia!

Lo svuotamento dell’amore coniugale diffonde risentimento nelle relazioni. E spesso la disgregazione ‘frana’ addosso ai figli. Ecco, i figli. Vorrei soffermarmi un poco su questo punto. Nonostante la nostra sensibilità apparentemente evoluta, e tutte le nostre raffinate analisi psicologiche, mi domando se non ci siamo anestetizzati anche rispetto alle ferite dell’anima dei bambini. Quanto più si cerca di compensare con regali e merendine, tanto più si perde il senso delle ferite – più dolorose e profonde – dell’anima. Parliamo molto di disturbi comportamentali, di salute psichica, di benessere del bambino, di ansia dei genitori e dei figli ... Ma sappiamo ancora che cos’è una ferita dell’anima? Sentiamo il peso della montagna che schiaccia l’anima di un bambino, nelle famiglie in cui ci si tratta male e ci si fa del male, fino a spezzare il legame della fedeltà coniugale? Quale peso ha nelle nostre scelte - scelte spesso sbagliate - l’anima dei bambini? Quando gli adulti perdono la testa, quando ognuno pensa a sé stesso, quando papà e mamma si fanno del male, l’anima dei bambini soffre molto, prova un senso di disperazione. E sono ferite che lasciano il segno per tutta la vita.

Nella famiglia, tutto è legato assieme: quando la sua anima è ferita in qualche punto, l’infezione contagia tutti. E quando un uomo e una donna, che si sono impegnati ad essere ‘una sola carne’ e a formare una famiglia, pensano ossessivamente alle proprie esigenze di libertà e di gratificazione, questa distorsione intacca profondamente il cuore e la vita dei figli. Tante volte i bambini si nascondono per piangere da soli … tante volte. Dobbiamo capire bene questo. Marito e moglie sono una sola carne. Ma le loro creature sono carne della loro carne. Se pensiamo alla durezza con cui Gesù ammonisce gli adulti a non scandalizzare i piccoli (cfr Mt 18,6), - abbiamo ascoltato il brano del Vangelo - possiamo comprendere meglio anche la sua parola sulla grave responsabilità di custodire il legame coniugale che dà inizio alla famiglia umana (cfr Mt 19,6-9). Quando l’uomo e la donna sono diventati una sola carne, tutte le ferite e tutti gli abbandoni del papà e della mamma incidono nella carne viva dei figli”.

“E’ vero, d’altra parte, che ci sono casi in cui la separazione è inevitabile. A volte può diventare persino moralmente necessaria, quando appunto si tratta di sottrarre il coniuge più debole, o i figli piccoli, alle ferite più gravi causate dalla prepotenza e dalla violenza, dall’avvilimento e dallo sfruttamento, dall’estraneità e dall’indifferenza”.

“Non mancano, grazie a Dio, coloro che, sostenuti dalla fede e dall’amore per i figli, testimoniano la loro fedeltà ad un legame nel quale hanno creduto, per quanto appaia impossibile farlo rivivere. Non tutti i separati, però, sentono questa vocazione. Non tutti riconoscono, nella solitudine, un appello del Signore rivolto a loro. Attorno a noi troviamo diverse famiglie in situazioni cosiddette irregolari. A me non piace questa parola. E ci poniamo molti interrogativi. Come aiutarle? Come accompagnarle? (...)  
Chiediamo al Signore una fede grande, per guardare la realtà con lo sguardo di Dio; e una grande carità, per accostare le persone con il suo cuore misericordioso”.