Al via la firma sulla nuova banca asiatica per lo sviluppo. La Cina tiene il 30 per cento delle quote
Il nuovo istituto per le infrastrutture e lo sviluppo potrà iniziare a funzionare prima della fine dell’anno. La Cina non avrà diritto di veto. La concorrenza con la Banca Mondiale e la Asian Development Bank, e con Usa e Giappone, che per ora non vi partecipano.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Si è svolta oggi nella capitale cinese la cerimonia per le firme che danno il via alla banca per le infrastrutture e lo sviluppo dell’Asia (Aiib), voluta dalla Cina e sostenuta da almeno 57 Paesi.

Il ministero cinese delle finanze ha dichiarato che il suo Paese manterrà il 30,34% delle quote e diritti di voto del 26.06%. Tali quote e diritti andranno a diminuire via via che nuovi membri vi entreranno.

La nuova banca si prefigge di fare prestiti e investimenti andando a fare concorrenza alla Banca mondiale, guidata dagli Usa, e all’Asian Development Bank, guidata dal Giappone.

Stati Uniti e Giappone non hanno aderito, ma molti Paesi loro alleati – come la Gran Bretagna, la Germania, la Corea del Sud, l’Australia - sono fra i soci fondatori.

L’India sarà seconda nel possesso delle quote (circa il 10- 15%). Seguono Russia e Germania.

A differenza che nella Banca mondiale  - dove gli Usa hanno un certo diritto di veto – nella Aiib la Cina non avrà diritto di veto.

Alla cerimonia di oggi hanno firmato 50 Paesi; gli altri sette (Danimarca, Kuwait, Malaysia, Filippine, Olanda, Sudafrica e Thailandia) attendono l’approvazione dei loro parlamenti.

Lou Wei, ministro cinese delle finanze, ha detto che la nuova banca potrà iniziare a funzionare prima della fine dell’anno. Il capitale sarà di 100 miliardi di dollari.

Secondo esperti, l’Aiib potrà dare alla Cina occasioni di espandere la sua influenza economica nel mondo, in maniera più adeguata al suo ruolo di seconda economia mondiale.