Accordo fatto sul nucleare iraniano, verifiche in cambio di ritiro delle sanzioni
Agli ispettori dell'ONU sarebbe permesso di interrogare gli scienziati e di ispezionare anche i siti militari. Obama: “ accordo non costruito sulla fiducia, è costruito sulla verifica”. Rouhani: “vittoria della diplomazia e del rispetto reciproco superano il paradigma obsoleto di esclusione e di coercizione. E questo sarà buon inizio”.

Vienna (AsiaNews/Agenzie) – E’ stato raggiunto a Vienna l’accordo sul programma nucleare iraniano tra Teheran e i 5+1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza, Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, più la Germania). E l'Agenzia internazionale dell'energia atomica (AIEA) ha detto di aver firmato un "road map" con l'Iran. E, secondo il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius “è questione di giorni” perché il Consiglio di sicurezza elabori una risoluzione che approva l'accordo.

Il testo del documento – un centinaio di pagine – non è stato ancora reso pubblico, ma in base a dichiarazioni di vari esponenti politici e diplomatici delle parti esso prevede alcune  limitazioni del programma nucleare iraniano, in cambio della revoca delle sanzioni. In particolare, agli ispettori dell'ONU sarebbe permesso di interrogare gli scienziati e di ispezionare anche i siti militari, compreso quello di Parchin – che Teheran considerava una “linea rossa” - ma l'Iran potrebbe contestare le richieste di accesso; le sanzioni verranno revocate, ma potranno essere ripristinate in 65 giorni se viola l'accordo, l’embargo sulla fornitura di armi rimarrà in vigore per cinque anni per gli armamenti e otto o dieci per i missili.

L'Iran e l'Aiea hanno approvato anche un piano per affrontare entro la fine di quest'anno questioni in sospeso sulle possibili dimensioni militari della passata attività nucleare iraniana. In proposito, il capo dell'AIEA Yukiya Amano ha parlato di una tabella di marcia "per il chiarimento di questioni in sospeso di ieri e di oggi”. Egli ha definito l'accordo "un significativo passo in avanti", dicendo che avrebbe permesso all'agenzia di “effettuare entro la fine del 2015 una valutazione degli aspetti relativi alle possibili dimensioni militari del programma nucleare iraniano”.

Il presidente americano Barack Obama ha elogiato l'accordo dicendo che “oggi, dopo due anni di negoziati gli Stati Uniti, insieme con la comunità internazionale, hanno realizzato qualcosa che decenni di animosità non avevano ottenuto: un accordo globale a lungo termine con l'Iran che gli impedirà di avere un'arma nucleare”. Ma ha aggiunto: “questo accordo non è costruito sulla fiducia - è costruito sulla verifica”.

Da parte sua, il presidente russo Vladimir Putin ha detto che i Paesi coinvolti nei negoziati hanno fatto una “scelta difficile a favore della stabilità e della cooperazione”, “il mondo può tirare un sospiro di sollievo”.

L’alto rappresentante dell’Unione europea per i rapporti internazionali, Federica Mogherini, durante la conferenza stampa sull’accorso ha dichiarato che “Oggi è una giornata storica. E 'un grande onore per noi di annunciare che abbiamo raggiunto un accordo sulla questione nucleare iraniana. Abbiamo ottenuto ciò che il mondo sperava, un impegno comune per la pace. Nessuno ha mai pensato che sarebbe stato facile, le decisioni storiche non lo sono. Siamo sempre stati consapevoli che abbiamo un responsabilità verso le nostre generazioni e quelle future. Quello che stiamo annunciando oggi non è solo un affare, è un buon affare per tutte le parti”. La Mogherini ha anche affermato che “l'Iran ribadisce che in nessun caso cercherà,  svilupperà o acquisterà armi nucleari”.

Reazioni positive, dopo l’annuncio dell’accordo, sono venute dal presidente iraniano Hassan Rouhani, che in alcuni tweet ha scritto: “L’accordo mostra un impegno costruttivo. Con questa inutile crisi risolta, nuovi orizzonti emergono con particolare attenzione alle sfide comuni” e “la vittoria della diplomazia e del rispetto reciproco superano il paradigma obsoleto di esclusione e di coercizione. E questo sarà buon inizio”. Il ministro degli esteri parla di “trionfo della diplomazia”, “tutti abbiamo vinto quando tutti potevamo perdere. Chiaro e semplice; senza girarci intorno”.

Positivo anche il giudizio del Vaticano. “L’accordo sul programma nucleare iraniano – ha dichiarato padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede - viene visto positivamente dalla Santa Sede. Si tratta di un risultato importante delle trattative svolte finora, ma che richiede la continuazione degli sforzi e dell’impegno di tutti perché possa dare i suoi frutti. Frutti che si auspica che non si limitino al solo campo del programma nucleare, ma che si allarghino anche in ulteriori direzioni.

Opposta la prevista reazione del governo israeliano: il primo ministro Benjamin Netanyahu ha sostenuto che l'Iran ha avuto “una strada sicura alle armi nucleari" e "una miniera d'oro in contanti di centinaia di miliardi di dollari".

L’accordo ora dovrà essere ratificato dai veri parlamenti nazionali e si sa che c'è una forte resistenza da parte dei conservatori, sia in Iran e negli Stati Uniti.

Oggi, l’agenzia iraniana Fars in un editoriale scrive che “l'ostilità tra l'Iran e gli Stati Uniti rimarrà”. “Qualunque cosa accada a Vienna”, “Teheran continuerà a salvaguardare i propri risultati tecnici e scientifici, in particolare il suo programma nucleare sovrano. Allo stesso tempo, Teheran continuerà a sostenere i suoi alleati e lavorare per la pace e la sicurezza in tutta la regione”. “Qualunque cosa accada a Vienna, la strada da percorrere sarà ancora quello della resistenza”, “come sostenuto da Khamenei, la lotta contro le potenze arroganti e le loro tecniche di ‘divide et impera’ è appena cominciata”.