Qinghai, arrestati i familiari del lama auto-immolato: ne chiedevano il corpo
Sonam Topgyal è morto il 10 luglio scorso per le ustioni riportate. Nella città dove il religioso si è dato fuoco vige ora un provvedimento restrittivo sulla vendita di benzina e le comunicazioni sono interrotte.

Xining (AsiaNews) – Le autorità cinesi hanno arrestato i genitori e i fratelli del monaco tibetano morto la settimana scorsa in seguito alle ustioni riportate nel tentativo di auto-immolazione, compiuto lo scorso 9 luglio a Kyengudo, nella prefettura autonoma tibetana di Yulshul, per protestare contro il governo cinese.

Una fonte tibetana di Radio Free Asia afferma che Sonam Topgyal – questo il nome del religioso, la cui identità era sconosciuta il giorno dei fatti – è morto il 10 luglio in un ospedale di Xining, capitale della provincia di Qinghai, dove la polizia cinese lo ha trasportato dopo l’incidente.

Quando la famiglia del defunto si è presentata per avere il corpo di Sonam – afferma la fonte – le autorità cinesi si sono rifiutate di renderlo e hanno arrestato i genitori e cinque fratelli. Nangchen Tashi, padre del monaco, è un uomo d’affari locale inviso al governo cinese per il suo sostegno alla cultura e lingua tibetane.

Dopo l’auto-immolazione, avvenuta nella piazza principale di Kyegudo, la polizia ha ordinato un provvedimento restrittivo in tutta la zona e interrotto le comunicazioni. Dal 9 luglio, chiunque voglia fare rifornimento di carburante nella città deve ottenere un permesso dal dipartimento di governo locale.