Singapore: Con una messa solenne, la Chiesa festeggia i 50 anni dell’indipendenza

In attesa delle cerimonie ufficiali in autunno, i cattolici hanno celebrato la ricorrenza alla presenza del nunzio apostolico e del Primo Ministro. La funzione è stata occasione per ricordare l’impegno dei primi missionari e l’opera della Chiesa nel sociale. Premier Lee: la Chiesa è “luce e speranza” per i giovani.

Singapore (AsiaNews) - “Siamo chiamati a santificare la nazione” e a rinnovare l’impegno per dirigerla “verso il futuro con rinnovato vigore e speranza. Per questo lasciamo che la luce di Cristo brilli su tutto il Paese”. Con queste parole il sacerdote francescano p. Derrick Yap ha aperto le celebrazioni organizzate dalla Chiesa cattolica per i 50 anni dall’indipendenza della nazione, che nel 1965 si è affrancata dalla Malaysia diventando uno Stato a sé. “È l’anno giubilare, ed è anche un anno di gioia - ha aggiunto il sacerdote, a capo del comitato organizzatore dei festeggiamenti - perché Dio sta riportando tutto alla sua pienezza”.

Le celebrazioni ufficiali del governo per i 50 anni della città-Stato sono in programma il prossimo autunno; tuttavia, la Chiesa cattolica locale ha voluto organizzare un momento proprio celebrativo, con una messa solenne che si è tenuta ai primi di luglio. Almeno 10mila persone hanno affollato i locali dell’Indoor Stadium di Singapore per la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. William Goh Seng Chye. Presenti anche il nunzio apostolico mons. Leopoldo Girelli, il Primo Ministro Lee Hsien Loong, rappresentanti delle istituzioni e delle principali religioni presenti nella città-Stato.

La messa è stata anche occasione per celebrare l’opera dei missionari che, per primi, hanno portato la fede a Singapore e che hanno sacrificato la loro vita al servizio della gente e nell’edificazione della nazione. “L’occasione - afferma p. Derrick - non è solo un momento promosso dalla Chiesa per ricordare il contributo nella costruzione della nazione, ma serve anche a riunire i cattolici per rafforzare i legami reciproci”.

Rivolgendosi ai fedeli l’arcivescovo mons. Goh ricorda il lavoro della Chiesa nei settori dell’educazione, della sanità, dei servizi sociali e dello sviluppo umano nella sua interezza. “Continua nella sua missione - ha aggiunto il prelato - di unità, al servizio dei nuovi poveri che sono vittime di… relativismo, individualismo, materialismo, consumismo e dell’impatto negativo di internet e dei social media, in particolare sui giovani e le famiglie, che formano la base della società”. Infine, mons. Goh ricorda l’enciclica “Laudato Sì” di papa Francesco e invita i presenti a “prendersi cura dell’ambiente” perché anche le generazioni future possano godere “dei frutti della terra”.

Alla celebrazione ha partecipato anche il premier Lee Hsien Loong, che ha rivolto un saluto alla comunità cattolica. Egli ha lodato il lavoro della Chiesa nel sociale, ricordando gli sforzi per la creazione di una società “multiculturale e multirazziale”. La Chiesa, ha aggiunto, è “luce e speranza” che nutre i giovani.

A Singapore i cattolici sono oltre 200mila, pari al 5% circa del totale della popolazione; fra le religioni, la più diffusa è il buddismo col 43%; seguono i cristiani col 18% del totale, islam 15%, induismo e taoismo 11 e 5%. La Chiesa locale vive una fase di crescita e dinamismo, che ha portato alla recente apertura di un seminario teologico, definito una vera e propria “pietra miliare” per la comunità locale.