Damasco, speranze di riforme dal Congresso del Baath
di Jihad Issa

In un comunicato finale i congressisti invitano il governo a eseguire delle vere riforme e riprendere i rapporti con gli Stati Uniti. Assad è stato rieletto Segretario generale.


Damasco (AsiaNews) - Possibilità di fondare nuovi partiti politici, apertura verso la libertà di stampa e l'economia di mercato, ricerca di dialogo con gli Usa. Sono alcune delle riforme verso la realizzazione delle quali dovrebbe muoversi la Siria, almeno a quanto lasciano sperare le conclusioni del Congresso del partito El Baath che ha chiuso i suoi lavori oggi a Damasco, sotto la presidenza del Presidente siriano Bachar El Assad e con la presenza di 1235 delegati. Il Congresso ha pubblicato un comunicato finale che sottolinea l'importanza del Congresso in questa fase storica, molto critica per la Siria e per il Medio Oriente.

Nel documento il partito invita tutti “ad essere artefici e collaboratori in questo cammino verso la rifioritura della Siria” che “subisce” in questo periodo le pressioni di Francia e Stati Uniti.

Le pressioni sono collegate alla risoluzione 1559 delle Nazioni Unite che ordina alla Siria di ritirare il suo esercito dal Libano dopo 30 anni di presenza militare e di servizi segreti. I congressisti hanno raccomandato di dare “luce verde” alla fondazione di nuovi partiti politici, di dare ampia libertà ai mezzi di comunicazione, riformare il sistema economico e introdurre nel Paese un'economia di mercato.

Il partito raccomanda inoltre la revisione della legge elettorale, in vigore da molti anni e - secondo l'agenzia ufficiale siriana "Sana" - i congressisti hanno approvato un progetto di legge che raccomanda l'istituzione di un Consiglio superiore per le comunicazioni sociali

Al termine dei lavori il Congresso - che si tiene ogni 5 anni - ha rieletto Assad come Segretario generale del partito. Insieme a lui vi è stata la nomina di altri 13 membri che costituiranno il Consiglio superiore: tra i nomi si nota l'assenza dell'ex vice-presidente Abd El Halim Khaddam e del generale Moustafa Tlas.

Altro importante lascito del Congresso, la speranza di riprendere il dialogo con gli Stati Uniti: è stata infatti accolta favorevolmente la proposta di riprendere "con più frequenza ed a tutti i livelli" le visite diplomatiche fra i 2 Paesi, “per mettere fine alle accuse lanciate contro la Siria”.

Il portavoce dell'opposizione siriana Hassan Abdel Azim ha detto ad AsiaNews che questo congresso costituisce “l’ultima occasione del governo, che deve iniziare una vera riforma prima che sia troppo tardi”. “Se non seguirà le direttive espresse dal Congresso – ha aggiunto Azim - il governo crollerà”.

Gli Stati Uniti hanno accolto le conclusioni del congressoo con molte riserve: una risposta immediata è stato l’ordine, a tutte le banche americane, di congelare i fondi di molte compagnie che lavorano tra gli Stati Uniti e la Siria. Come motivazione, l’accusa di “fornire armamenti ai seguaci di Saddam Hussein in Iraq”. Nello stesso tempo, Washington ha accusato il governo di Damasco di essere “l’unico responsabile dei disturbi nella regione araba”.

Nel frattempo, è atteso per domani a Damasco l'arrivo del diplomatico norvegese Tery Lord Larssen - inviato speciale nella regione dal segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan – che ha il compito di proseguire l'applicazione della Convenzione 1559 dell'Onu e rivedere con i responsabili siriani l'esigenza di incaricare una commissione dell'Onu per il controllo del totale ritiro dell'esercito siriano dal Libano.