Vescovi indonesiani: Nel Paese ancora troppa corruzione e poca democrazia
di Mathias Hariyadi
In occasione dei 70 anni dell’indipendenza del Paese, la Conferenza episcopale lancia l’allerta sulla situazione politica. Molti dei programmi promessi in campagna elettorale sono incompiuti e la classe politica manca di valori morali adeguati. Le ferite ancora aperte: disoccupazione, sottosviluppo, corruzione e nepotismo.

Jakarta (AsiaNews) – La Chiesa cattolica indonesiana “è molto preoccupata per la situazione politica del Paese, che vede ancora il dominio della maggioranza sui gruppi minoritari”. In occasione del 70mo anniversario dell’indipendenza dell’Indonesia dalla dominazione olandese – 17 agosto 1945 – la Conferenza episcopale del Paese (Kwi) mette in guardia l’élite politica al governo ricordando che molti programmi promessi in campagna elettorale non sono stati portati a termine. Povertà diffusa, divario sociale, mancanza di lavoro, vaste zone sottosviluppate e violenza sono alcune delle piaghe dell’Indonesia moderna.

Mons. Ignatius Suharyo, arcivescovo di Jakarta e presidente della Kwi, ha tenuto una conferenza stampa insieme a p. Edy Purwanto, Segretario generale della Conferenza episcopale: “In molte occasioni e in certe zone del Paese – ha detto l’arcivescovo – la presenza dello Stato non è avvertita dagli indonesiani, poiché le strutture pubbliche sono ancora irraggiungibili per molti”.

Alla base dell’inefficienza del governo, secondo la Kwi, c’è una carenza morale dei protagonisti della politica nazionale, che hanno poca dedizione nel servizio ai cittadini e sono complici della corruzione di massa, del nepotismo e di atti preferenziali volti a procurare gli interessi di certi gruppi o persone. Le politiche, afferma mons. Suharyo, “sono manipolate per ottenere potere”.

Sempre in occasione del 70mo anniversario, i vescovi dell’Arcipelago hanno pubblicato messaggio. Essi affermano che “la democrazia è manchevole e l’imparzialità è poco praticata, nel dominio della politica del Parlamento e tra i funzionari governativi. Molte leggi e regolamenti sono preparati male e approvati solo per raggiungere obiettivi personali a medio termine e interessi comuni tra fazioni”.

In questa situazione, la Chiesa indonesiana richiama all’onestà e all’integrità morale di tutti i politici, fondata sulla fedeltà alla filosofia nazionale dei Pancasila [i cinque pilastri della Costituzione ndr]: “Noi crediamo fermamente – recita il messaggio – che se i leader politici avranno un forte impegno morale per sviluppare la nazione, la situazione migliorerà molto”.

Dopo la dichiarazione d’indipendenza del 1945, ottenuta grazie all’aiuto del Giappone, l’Olanda ha continuato a considerare il Paese parte delle sue colonie. Dopo quattro anni di guerre e trattative, il leader indipendentista Sukarno è diventato primo presidente dell’Indonesia. Dal 1950 il Paese è membro dell’Onu.