La Borsa di Shanghai cola a picco e trascina con sé le altre big asiatiche
Nella mattina di oggi perso l’8,4%. Bruciati 4 trilioni di dollari. Nonostante le misure prese dal governo nel weekend, la fiducia degli investitori non è tornata. Carlo Cottarelli: “Prematuro parlare di crisi”.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Borsa di Shanghai è crollata questa mattina, mettendo a repentaglio la solidità finanziaria delle maggiori piazze del continente asiatico. Gli scambi di questa mattina hanno visto lo Shanghai Composite Index perdere lo 8,4%, fino a 3.200 punti. Le misure promesse nel weekend dal governo di Pechino per rinsaldare la fiducia degli investitori – investire gran parte dei fondi pensioni nel mercato azionario – non hanno sortito alcun effetto. Lo Hang Seng China Enterprises Index ha lasciato sul terreno il 5,8%.

Al disastro di Shanghai ha fatto eco lo Hang Seng Index di Hong Kong, che ha perso il 4,7% e il cui indice è sceso a 15, numero più basso dalla crisi del mercato dell’ottobre 1987. Il Taiwan Taiex ha ceduto il 7,5%, mentre il Nikkei giapponese ha sofferto un po’ meno, perdendo il 2,8% (comunque il minimo da cinque mesi).

Sullo Shanghai Composite, 750 titoli sono scesi sotto il limite del 10%, compresa la China Shenhua Energy. L’indice finanziario è crollato al 37% dal picco toccato il 12 giugno scorso, bruciando 4 trilioni di dollari. Chen Gang, analista di Heqitongyi Asset Management, con sede a Shanghai, ha detto che “questo è un vero disastro e nulla sembra poterlo fermare. Se non tagliamo i titoli noi stessi, il fondo rischia la chiusura forzata. Spero che riusciremo a sopravvivere”.

Nonostante i dati preoccupanti, secondo Carlo Cottarelli, direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale “è del tutto prematuro parlare di una crisi in Cina”. Le previsioni degli investitori danno il tasso di crescita annuale di Pechino al 6,8%, in caduta rispetto al 7,4% dello scorso anno.