Nepal, boom delle madri surrogate, ma la pratica non è regolata dalla legge
di Christopher Sharma
Compagnie e coppie straniere attirate da servizi economici e disponibili. Diverse cliniche private si sono dotate della tecnologia necessaria, anche se, secondo gli esperti, il vuoto legislativo potrà creare problemi. Molte donne povere sono spinte dai mariti a farsi madri surrogate.

Kathmandu (AsiaNews) – Anche se sprovvisto di una legislazione adeguata, il Nepal sta diventando uno dei maggiori centri di maternità surrogata dell’Asia del sud. Approfittando della mancanza di ogni previsione legislativa, diverse cliniche private si sono dotate della tecnologia necessaria affinché a centinaia di donne, dietro pagamento, venga impiantato l’ovulo fecondato di una coppia estranea. Diverse aziende e compagnie straniere sono interessate al mercato nepalese, molto più economico di quello occidentale.

Secondo il Ministero della salute nepalese, quando madre, padre e madre surrogata sono tutti stranieri e vogliono condurre il parto in Nepal, possono farlo dietro pagamento di una tassa. Alcuni esperti, però, pensano che praticare la maternità surrogata senza un’adeguata legislazione possa provocare diversi problemi.

“Il servizio dovrebbe essere vietato fino all’introduzione di una legge”, dice Pushpa Chaudhary, capo della Divisione della salute familiare. La donna si chiede: “Cosa succede se la donna muore durate il parto? Tutto questo può trasformarsi in un grande male se non possiamo monitorarlo tramite una legge”.

“La nostra società è povera – continua la donna – e molte donne oppresse dall’indigenza sono pronte a lavorare come madri surrogate in cambio di denaro. Questo può causare molti problemi e rischi per la salute. Molti mariti fanno pressioni sulle proprie mogli, spingendole a questo perché sono pagate mezzo milione di rupie [circa 5mila dollari ndr]”. “Un altro problema – conclude Pushpa – è che se nascono due gemelli la coppia pagante può decidere di prenderne uno solo [come è successo in Thailandia ndr]”.

La surrogazione è ritenuta molto rischiosa nei Paesi dell’Asia del sud, dove la povertà estrema della popolazione porta all’abuso della pratica. Da qualche anno, per esempio, alcuni Stati (tra cui il Vietnam) hanno reso legale il trapianto di rene. Molte persone povere sono tutt’oggi costrette a vendere i loro organi per sopravvivere. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, almeno 10mila operazioni chirurgiche sono compiute ogni anno a scopo di vendita illegale di organi.