Studenti birmani in carcere e in isolamento per aver promosso lo sciopero della fame
di Francis Khoo Thwe
I giovani protestavano contro il mancato rilascio su cauzione, per partecipare alla sessione di esami in programma a settembre. I quattro, studenti all’università di Mandalay, erano stati arrestati primo luglio per aver manifestato contro la riforma dell’istruzione. Attivisti birmani: maltrattati e negati i loro diritti di base.

Yangon (AsiaNews) - Attivisti e gruppi pro diritti umani in Myanmar lanciano l’allarme per i maltrattamenti subiti in carcere da quattro studenti universitari, arrestati il primo luglio scorso per aver protestato contro la riforma dell’istruzione voluta dal governo. In un comunicato congiunto inviato ad AsiaNews Assistance Association for Political Prisoners (Aapp) e Former Political Prisoners Society (Fpps) denunciano “il regime di isolamento” cui sono stati sottoposti i giovani. Le autorità carcerarie hanno adottato il provvedimento dopo che i quattro avevano “promosso uno sciopero della fame”, per protestare contro “la negazione della libertà su cauzione” chiesta per poter “partecipare alla sessione di esami”. 

I quattro studenti e attivisti in carcere sono Naing Ye Wai, Aung San Oo, Jit Tu e Nyan Lin Htet, iscritti alla Yadanarpon University, a Mandalay. Essi sono membri della sezione locale del movimento studentesco All Burma Federation of Student Unions (Abfsu) e sono stati arrestati per aver scritto il 26 giugno scorso frasi di protesta all’esterno dell’ateneo, usando vernice spray.

Alcuni dei messaggi lanciati dai giovani criticavano in modo aperto la riforma ("Non vogliamo la Legge sull’istruzione nazionale") e invocavano il “Rilascio immediato degli studenti detenuti nella prigione di Tharyarwaddy”.

Molti di questi ragazzi e ragazze da mesi in cella sono legati alle proteste studentesche a Letpadan di marzo, represse con la forza dalla polizia birmana. Fatti che hanno guadagnato le prime pagine dei quotidiani internazionali e sollevato le proteste di molte cancellerie occidentali, facendo temere a lungo il ripetersi dei tragici fatti del settembre 2007, quando una protesta di monaci e giovani è stata repressa nel sangue dalle autorità. 

Gli studenti dell’università di Mandalay devono rispondere di incitamento alla rivolta, assemblea illegale, favoreggiamento e rischiano il processo. Per poter partecipare agli esami, in programma dal 17 al 29 settembre, avevano chiesto di poter ottenere il rilascio su cauzione. Tuttavia, il 12 agosto scorso nel corso di un’udienza durata meno di 10 minuti il giudice ha respinto la loro richiesta; in risposta, i giovani hanno promosso lo sciopero della fame. 

Dal 22 agosto i quattro si trovano in regime di isolamento, disposto dalle autorità del carcere per punizione contro lo sciopero della fame. 

Gli attivisti di Aapp e Fpps ricordano che essi non sono stati ancora processati e condannati e, in accordo con la legge sul trattamento dei prigionieri, vanno considerati innocenti a tutti gli effetti e “trattati come tali”. Per questo essi vanno rilasciati e devono poter partecipare alla sessione di esami. “Punire gli studenti - affermano gli attivisti - per lo sciopero della fame mettendoli in isolamento è un provvedimento totalmente ingiustificato. Esso è un deliberato tentativo di scoraggiare gli studenti dal fare attivismo politico”. I giovani “devono essere rilasciati “ e devono poter “sostenere gli esami”.