Cina, il governo riduce la crescita del 2014: si ferma al 7,3%
L’Ufficio nazionale di statistica ammette un calo di 32,4 miliardi di yuan e rimanda al gennaio 2016 per i dati definitivi, che potrebbero essere inferiori. È il dato più basso degli ultimi 24 anni. La Banca centrale del Popolo ammette “bolle” nel mercato azionario, ma le ritiene “vicine alla fine”.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – L’Ufficio nazionale di statistica cinese (Nbs) ha abbassato al 7,3% (dal precedente 7,4%) la crescita del Prodotto interno lordo per il 2014. I dati ufficiali parlano ora di un valore totale pari a 63,61 trilioni di yuan (10mila miliardi di dollari), in calo di 32,4 miliardi di yuan.

Le industrie primarie hanno rappresentato il 9,2% della struttura Pil, valore invariato rispetto al calcolo preliminare. Il settore secondario ha rappresentato il 42,7% del Pil, in crescita di 0,1 punti percentuali rispetto al calcolo preliminare, mentre il settore terziario ha rappresentato il 48,1 per cento, in calo di 0,1 punti percentuali dalle statistiche precedenti. L'Ufficio ha poi chiarito che i valori "potrebbero scendere ancora" quando ci saranno i dati finali, nel gennaio 2016.

L'anno scorso ha segnato così per l'economia cinese la più debole espansione annuale da 24 anni a causa di un rallentamento dei prezzi degli alloggi, un calo della domanda interna e delle esportazioni. Con una crescita rallentata al 7 per cento nella prima metà del 2015, il Paese si prepara ad una "nuova normalità" con un periodo di crescita più lento ma di più elevata qualità.

In un messaggio per rassicurare il mercato, la Commissione nazionale per le riforme e lo sviluppo ha ribadito che la seconda economia più grande del mondo si sta stabilizzando, citando la stabilizzazione del trasporto ferroviario di merci e un mercato immobiliare in riscaldamento come prova per il miglioramento.

Il governatore della Banca centrale del Popolo cinese, Zhou Xiaochuan, ha voluto invece rassicurare sull’andamento delle Borse, che hanno subito pesanti tracolli durante l’estate 2015. A un meeting del G20 ad Ankara, Zhou ha ammesso la presenza di “bolle” nel mercato azionario, ma ha assicurato che queste “sono vicine alla fine”.