Pechino (AsiaNews/Agenzie) Una donna dichiarata "uccisa a scopo di rapina" è tornata a casa 16 anni dopo l'esecuzione del suo omicida. Ora i figli dell'uomo chiedono al governo la revisione del processo e la riabilitazione del padre morto.
Nell'aprile del 1989 la pubblica sicurezza aveva ritrovato un corpo smembrato nel fiume Mayang, nella provincia centrale dell'Hunan, e dichiara che la vittima è Shi Xiaorong. La polizia accusò di omicidio Teng Xingshan - di professione macellaio - perché la tecnica per lo smembramento del cadavere era stata "molto professionale": gli ufficiali di sicurezza dichiaravano inoltre che l'uomo aveva avuto una relazione sessuale con la donna. Teng venne riconosciuto colpevole di "omicidio allo scopo di rapina", condannato a morte e giustiziato nonostante le sue continue dichiarazioni di innocenza. Nella sentenza è scritto che "Teng ha confessato il delitto di sua iniziativa e la sua confessione corrisponde all'esame scientifico e all'identificazione".
La donna non è morta: al momento si trova in un carcere di Guizhou per traffico di droga e dice di non aver mai conosciuto Teng. Per spiegare la sua scomparsa lunga 16 anni ha detto che nel marzo 1987 fu raggirata e venduta in moglie ad un uomo della provincia orientale dello Shandong. Nel 1993 la donna riesce a scappare dalla prigionia e torna nella sua città natale nell'Hunan: un anno più tardi i parenti di Teng vengono a conoscenza del fatto che la "vittima" è ancora viva, ma non hanno i soldi o il coraggio di iniziare il giudizio di revisione.
La petizione che chiede la revisione del caso è stata infatti presentata solo lo scorso mese al Tribunale superiore del popolo dell'Hunan dalla figlia e il figlio di Teng.
Un caso analogo si era verificato in Cina in aprile: un uomo ha passato 11 anni in prigione per l'omicidio della moglie, ma è stato riconosciuto innocente quando la moglie è riapparsa nella città natale, nella provincia centrale dell'Hebei. She Xianglin, l'uomo accusato e condannato per la sua "confessione, ha detto che è stato privato del sonno per 10 giorni durante l'interrogatorio, fino a che non ha firmato una confessione di colpevolezza. Ora chiede al governo un risarcimento e l'annullamento del processo a causa delle torture subite durante l'interrogatorio.