Chiesa di Java, sulle orme dei missionari per “rivitalizzare” la vocazione
di Mathias Hariyadi
Quattro giorni di incontri ed eventi organizzati per l’Anno della vita consacrata. Ben 168 sacerdoti di 7 diocesi hanno ripercorso il sentiero dei primi sacerdoti stranieri che evangelizzarono Java all’inizio del secolo scorso. Religioso: “I consacrati devono essere sostenuti dalla Chiesa per rafforzare il loro impegno nelle parrocchie”.

Jakarta (AsiaNews) – Ben 168 sacerdoti provenienti da 7 diocesi della comunità ecclesiastica di Java (Unio) si sono radunati a Muntilan, nel Java centrale, per celebrare l’Anno della vita consacrata e promuovere la loro missione: essere messaggeri di Cristo nelle loro parrocchie. L’incontro è stato pensato in modo specifico per i sacerdoti diocesani che, a differenza delle congregazioni religiose, non hanno occasioni per “rivitalizzare” la propria vocazione con eventi comunitari.

Gli esercizi spirituali si sono tenuti dal 7 all’11 settembre scorso. L’episodio centrale è stato il cammino che tutti i sacerdoti hanno compiuto lungo il sentiero tracciato dal padre olandese van Lith (1863-1926) e dall’austriaco John the Baptist Prenthaler, i primi due gesuiti a portare il Vangelo a Muntilan, Sendangsono e Kalibawang, all’inizio del secolo scorso. I due sono molto conosciuti dalla Chiesa locale e considerati gli iniziatori dell’evangelizzazione delle zone montuose di Java.

P. Ngarlan, della diocesi di Purwokerto, afferma che il ritrovo comunitario è stato molto utile a stimolare l’impegno dei sacerdoti nella loro opera quotidiana: “La formazione continua dei religiosi è fondamentale e tutte le commissioni della Unio devono prestare attenzione a questo problema e coordinarsi per organizzare altri eventi di questo tipo”.

Durante i giorni di ritiro, i vescovi presenti hanno rivolto alcune raccomandazioni ai loro sacerdoti, tra cui quella di iniziare a scrivere la storia di ogni diocesi, per scopi pastorali. “Ma la cosa più importante – spiega p. Ngarlan – è che tutti i padri siano sostenuti a livello spirituale per assicurare la loro vita sacerdotale e rafforzare il loro impegno per servire la Chiesa e i fedeli cattolici”.