Guangxi: morti e feriti per una serie di pacchi-bomba a Liucheng
Finora si contano almeno sei vittime e 13 feriti. Le esplosioni avvenute nel pomeriggio di oggi. Colpite almeno 15 zone fra cui un centro commerciale, una prigione, un ufficio del governo, e altri. Per ora nessuna rivendicazione. Possibili ipotesi: terrorismo islamico e tibetano. Ma forse è più probabile un segno della lotta interna al Partito. L'esplosione in corrispondenza con la presenza di Xi Jinping all'ONU e col suo ritorno in patria.

Pechino (AsiaNews) – Almeno sei persone sono morte a causa di una serie di esplosioni che hanno colpito 15 diverse località nella contea di Liucheng, nella provincia meridionale del Guangxi. I feriti si contano a decine, secondo i media ufficiali cinesi. La prima bomba sarebbe esplosa intorno alle 15.50 del pomeriggio (ora locale). Cinque persone sono morte sul colpo, mentre una sesta è deceduta in ospedale. I soccorritori e investigatori si sono precipitati sul luogo.

Secondo le prime indagini, gli esplosivi potrebbero essere stati nascosti all’interno di pacchi affidati poi a dei corrieri espresso. Le fotografie pubblicate online dai residenti mostrano un edificio semi distrutto, e altri testimoni parlano di automobili devastate.

I luoghi colpiti sono diversi: un centro commerciale, una prigione, un ufficio del governo locale, un supermercato, una stazione di trasporti, un ospedale, un dormitorio, un mercato di verdure e un centro sanitario. Le autorità locali hanno attivato il meccanismo di risposta per le emergenze e hanno emanato un’allerta generale, invitando la popolazione a non aprire pacchi sospetti.

Per ora non vi sono state rivendicazioni di sorta. Le possibili ipotesi sono collegate al terrorismo islamico o alla questione tibetana. Ma forse è più probabile un segno della lotta interna al Partito: l'esplosione avviene infatti in corrispondenza con la presenza di Xi Jinping all'ONU, che lo ha incoronato grande leader mondiale, e il suo ritorno a casa. Secondo alcuni esperti già il disastro di Tianjin sarebbe da collegare a una resa dei conti per il potere