L’economia islamica halal è destinata a crescere
Prodotti senza carne di maiale o senza alcol; servizi turistici e finanziari secondo la sharia crescono del 2% all'anno. Il volume è pari a 2300 miliardi di dollari Usa. Nessuno ricorda che i cibi della "gente del Libro" (cristiani e ebrei) sono considerati anch'essi puri.

Dubai (AsiaNews) - L’economia dei prodotti halal (“puri” per l’islam) è destinata a crescere, dato che la popolazione musulmana nel mondo sta aumentando e diviene anche più esigente dal unto di vista dell’ortodossia rituale.

I prodotti “halal” vanno da cibi in cui non sono presenti carne di maiale o alcol, a servizi turistici o finanziari che rispettano le regole islamiche, ecc.. Sempre più vi sono prodotti che vengono certificati come rispettose della sharia, ad opera di imam o di altri esperti coranici.

Secondo gli esperti del settore, l’economia dei prodotti “halal” cresce già ora del 2-2,3% all’anno

Secondo l’Organizzazione per la cooperazione islamica l’intero settore “halal” a livello mondiale vale circa 2300 miliardi di dollari Usa. Come è ovvio, i prodotti “halal” sono destinati anzitutto alla popolazione musulmana.

Si pensa che entro il 2030 i musulmani nel mondo saranno circa 2,2 miliardi, venendo a costituire un gigantesco “bacino di utenza” per questi prodotti.

Va detto che nel Corano i cibi dei cristiani vengono definiti “halal” (v. :“Oggi vi sono permesse le cose buone e vi è lecito anche il cibo di coloro ai quali è stata data la Scrittura, e il vostro cibo è lecito a loro”, Corano,  al-Ma'da [La tavola imbandita] 5, 5) . Ma questo non viene mai specificato né sulle etichette “cristiano-occidentali”, né su quelle islamiche. Per alcuni esperti, l’enfasi sui prodotti “halal” rischia di essere una specie di protezionismo commerciale.