Aceh, la sharia colpisce i gay: da oggi 100 bastonate a chi ha rapporti omosessuali
La punizione deve avvenire in pubblico per umiliare il trasgressore. Aceh diventa l’unica provincia a rendere illegali i rapporti fra persone dello stesso sesso. Leader islamico: “La legge salvaguarda la dignità della persona”. Attivisti per i diritti umani chiedono l’abolizione della legge “crudele e inumana”.

Banda Aceh (AsiaNews/Agenzie) – Entra in vigore oggi nella provincia di Aceh la legge che prevede una punizione di 100 bastonate per gli omosessuali che hanno rapporti sessuali. Secondo la forma “moderata” di sharia che vige nella regione semi-autonoma, è fuorilegge “ogni contatto corporeo sessualmente stimolante” fra persone dello stesso sesso. Le legge era stata approvata nel 2014 in mezzo alle proteste di gruppi per i diritti umani, ma ci è voluto un anno per implementarla.

Secondo il provvedimento, le bastonate devono essere inflitte con legno di rattan [una palma locale ndr], in pubblico, e devono essere volte più all’umiliazione che al causare dolore. La punizione corporale può, però, essere sostituita da un pagamento in oro zecchino o da un periodo in carcere.

I rapporti omosessuali non sono illegali nelle altre provincie dell’Indonesia, in cui si segue un codice civile ereditato dai coloni olandesi. Syahrizal Abbas, leader islamico di Aceh, spiega che “la legge è volta alla salvaguardia della dignità umana. È per proteggere i musulmani dal commettere atti immorali”. Il provvedimento, inoltre, rende punibile l’adulterio con 100 frustate e coloro che ne sono accusati senza prove con 80.

La provincia di Aceh ha iniziato ad introdurre la legge islamica (shari'a) dal 2005, in seguito a un accordo di pace fra Jakarta e il Movimento per la liberazione di Aceh (Gam) avvenuto nel 2001. La bastonatura pubblica è già prevista per i giocatori d’azzardo, i bevitori d’alcol e coloro che frequentano donne fuori dal matrimonio.

Diversi attivisti per i diritti umani chiedono l’abolizione della legge. Ismail Hasani, membro del gruppo “Setara Institute for Democracy and Peace”, definisce il provvedimento “crudele, inumano e contro la costituzione”. Il governo non dovrebbe intromettersi negli affari privati ma garantire i diritti dell’individuo, come la libertà”.