Media russi: Le scatole nere “inutili” a chiarire il disastro dell’A321 in Sinai
di Nina Achmatova
Il quotidiano Kommersant cita fonti vicine alle indagini che hanno aperto la prima scatola nera, senza trovare elementi significativi: tutto bene per i primi 20 minuti di volo, poi il black out di tutti i parametri di volo che conferma l’ipotesi di un evento improvviso e devastante. Dopo Cameron anche Obama: “Vi è la possibilità che a bordo vi fosse una bomba”.

Mosca (AsiaNews) - Mentre il disastro aereo più grave della storia russa e sovietica sta diventando anche un caso diplomatico - con Usa e Gran Bretagna accusate da Mosca di attribuire in modo affrettato e strumentale le cause dello schianto dell’A321 in Sinai a un attentato - le indagini sul campo procedono a rilento, con le scatole nere che potrebbero rivelarsi inutili a chiarire l’accaduto.

Secondo fonti del quotidiano russo Kommersant, il registratore dei parametri tecnici del volo - la cui lettura è stata annunciata il 5 novembre dalle autorità, senza fornire ulteriori dettagli - ha mostrato che nel corso dei primi 20 minuti di viaggio tutti i sistemi dell’Airbus funzionavano correttamente. Le fonti rivelano che all’improvviso si è verificato un qualche evento, dopo il quale la registrazione di tutti i parametri di volo si è interrotta simultaneamente. La spiegazione potrebbe essere nel distaccamento, in aria, della coda dell’aereo dalla fusoliera, che ha portato alla rottura di tutti i cavi, che uniscono i sensori alla scatola nera.

A detta del giornale, non servirà a fare chiarezza sull’incidente neppure la decodifica del secondo registratore di bordo, che fissa le conversazioni in cabina di pilotaggio, in quanto è rimasto pesantemente danneggiato nello schianto. Il fatto che le autorità russe abbiano già dichiarato che per le prime conclusioni su quanto avvento nei cieli egiziani bisognerà aspettare “qualche mese”, significa per Kommersant che le scatole nere si sono già rivelate inutili al fine delle indagini.

A ogni modo, è confermato che i piloti non hanno fatto in tempo a lanciare alcune segnale di allarme prima di precipitare; particolare che rafforza l’ipotesi di un evento improvviso, escludendo di certo l’errore umano e rendendo più debole la pista di un’avaria o di un cedimento strutturale.

Sulla versione dell’attentato spingono Londra e Washington che hanno già preso misure precauzionali. “Credo ci sia la possibilità di una bomba a bordo dell'aereo precipitato nel Sinai e la stiamo valutando seriamente”, ha detto il presidente Usa, Barack Obama in un’intervista.

Prima di lui era stato il premier britannico, David Cameron, a dare per "probabile" che a causare l'esplosione in volo dell'Airbus russo fosse stata una bomba. La Bbc rivela che gli inquirenti di Londra ritengono si sia trattato di un ordigno posto sul volo prima del decollo. La ricostruzione è basata sulle intercettazioni dell’intelligence tra membri dell’Isis. La Gran Bretagna ha così deciso la sospensione dei voli da e per Sharm el Sheik, da dove il 31 ottobre era partito l’Airbus della russa Metrojet, con a bordo 224 persone, tutte rimaste uccise. Il ministero degli Esteri di Mosca, pur riconoscendo la legittimità della decisione di Londra, ha definito “scioccante” l’ipotesi che la Gran Bretagna sia in possesso di informazioni su quanto accaduto, che però non ha consegnato al gruppo di inquirenti internazionali al lavoro sul caso.