L’impegno della società civile in Sri Lanka contro il cambiamento climatico
di Melani Manel Perera
L’ambasciata di Berlino a Colombo, insieme al Centro di giustizia ambientale(Cej) locale, ha preparato un piano d’azione per la popolazione, che già soffre per tempeste e siccità imprevedibili. Contadini e pescatori messi in ginocchio dal cambiamento delle piogge e della salinità dell’acqua. Nel nord del Paese, la coltivazioni di mango a scopo commerciale viene abbandonata.

Colombo (AsiaNews) – Migliorare “la consapevolezza della società civile dello Sri Lanka, a tutti i suoi livelli, e del governo, proponendo cambiamenti politici sostenibili, per sviluppare le condizioni ambientali e contribuire agli obiettivi mondiali sul clima”. Lo auspica Juergen Morhard, ambasciatore tedesco a Colombo, che è intervenuto alla presentazione del “Civil Society Climate Action Plan”, documento preparato dal Centro di giustizia ambientale (Cej) srilankese grazie al contributo finanziario dell’ambasciata tedesca. Lo scopo del testo è dare direttive alla società civile affinché contribuisca ad affrontare le sfide del cambiamento climatico, che ha pesanti conseguenze nel Paese.

Hemantha Withanage, direttore esecutivo del Cej, ha detto che “lo Sri Lanka sta già affrontando le calamità del cambiamento climatico, come tempeste inaspettate, siccità prolungate e frane. Le persone più colpite sono contadini, pescatori, i lavoratori nelle coltivazioni di tè e gomma e tutti quelli che fanno lavori all’aperto”.

Il “Civil Action Plan” è nato dalle consultazioni tenutesi lo scorso giugno, che hanno coinvolto 100 partecipanti e rappresentanti della maggior parte dei distretti dello Sri Lanka. Il piano prevede la collaborazione di tutte le organizzazioni della società civile per ridurre i rischi di calamità. “Durante le consultazioni – dice Withanage – siamo venuti a sapere che la gente soffriva già dell’impatto avverso del cambiamento climatico. I pescatori dicevano che la loro pesca non era buona in alcune stagioni e che la situazione è cambiata del tutto rispetto al passato. Anche i contadini – continua – si sono accorti di non poter seguire la loro usuale coltivazione stagionale perché lo schema delle precipitazioni è cambiato”.

Un contadino di Jaffna, all’estremo nord dell’isola, racconta: “Il mango è una delle coltivazioni commerciali di Jaffna. Rispetto al passato, non abbiamo più guadagno a coltivarlo, ora. A causa del clima, i fiori di mango si seccano. È davvero deludente. Così, molta gente ha deciso di smettere di coltivare mango a scopo commerciale”.

Un pescatore dice che “vivendo vicino alla costa, diventa sempre più difficile trovare acqua pulita per le attività quotidiane. Prima la salinità dell’acqua era più bassa. Ora il livello alto di sale nelle sorgenti vicino alle abitazioni ci porta cercare fonti alternative. È un peso ulteriore per la nostra vita”.