Bamako: jihadisti assaltano hotel di lusso per stranieri, anche sette cinesi fra gli ostaggi
Almeno 170 persone, in maggioranza occidentali, nelle mani di un gruppo estremista. Secondo le prime fonti nell’attacco al Radisson sarebbero morte almeno quattro persone. L’edificio è circondato dalle forze di sicurezza. Gli assalitori sono entrati a bordo di un’auto con targa diplomatica. Ambasciate in allerta.

Bamako (AsiaNews/Agenzie) - Vi sono anche sette cittadini cinesi fra i 170 ostaggi - di cui 140 ospiti e 30 membri del personale - nelle mani di un gruppo terrorista islamico che ha assaltato, in queste ore, il lussuoso Radisson Blu hotel a Bamako, capitale del Mali. I miliziani hanno preso di mira la struttura che si trova a ovest del centro città, in un sobborgo che ospita uffici governativi e sedi diplomatiche. Isolato tutto il settimo piano dell’edificio, dove i jihadisti si sono asserragliati assieme agli ostaggi; fonti locali riferiscono che sono stati esplosi colpi di arma da fuoco nei corridoi, e vi sarebbero già almeno quattro vittime, anche se il bilancio è parziale e provvisorio. 

Le forze di sicurezza del Mali raccontano che verso le sette di questa mattina il commando jihadista ha lanciato un vero e proprio assalto all’hotel di lusso, composto da circa 190 stanze. Dall’interno si poteva udire con chiarezza il rumore delle armi da fuoco automatiche. Secondo alcune testimonianze, gli assalitori sarebbero riusciti a entrare a bordo di un’auto con targa diplomatica. 

Dalle prime informazioni emerge che l’albergo è frequentato da diplomatici, uomini di affari occidentali, oltre che militari della missione di pace delle Nazioni Unite in Mali; esso potrebbe essere diventato un obiettivo perché, fra i clienti, vi sono diversi francesi e diversi esperti hanno subito ipotizzato un collegamento fra l’attacco di oggi e le violenze di Parigi.

Fonti della sicurezza aggiungono che dietro l’attacco vi sarebbe il gruppo militante al-Mourabitoun, legato al Al Qaeda. Il gruppo estremista non ha però fatto rivendicazioni. Non è ancora chiaro quanti siano i jihadisti: alcune fonti parlano di due assalitori, altre di un commando di almeno 12 persone.

Del resto il Mali è uno dei Paesi citati ieri dal presidente François Hollande nel suo discorso alla nazione e nella regione l’esercito transalpino si è rivelato decisivo negli anni scorsi nella lotta contro gruppi fondamentalisti. Per gran parte del 2012, infatti, la parte nord della nazione è stata a lungo sotto il controllo dei jihadisti, alcuni dei quali legati alle milizie di al Qaeda nel continente. 

Fra gli ostaggi nelle mani dei terroristi vi sarebbero anche sette lavoratori cinesi, sebbene alcune fonti parlino di dieci persone. Un ospite della struttura avrebbe inviato un messaggio via chat in cui raccontava di fumo e spari nei corridoi dell’hotel attorno alle 6.30 del mattino. In seguito la rete telefonica è caduta e anche internet ha smesso di funzionare. 

In seguito all’assalto l’ambasciata cinese in Mali ha diffuso un messaggio sul proprio sito web, in cui conferma il raid in corso all’hotel da parte delle forze di sicurezza interne e invita al contempo tutti i concittadini a rimanere al chiuso e al sicuro. Nel novembre scorso Pechino, per la prima volta, ha deciso di inviare un proprio contingente di 170 uomini nel contesto delle forze di pace Onu. Un cambio radicale della politica cinese, che negli ultimi 20 anni aveva fornito solo personale medico e assistenza logistica.