Singapore riabilita il comunismo, ma resta il bando per i Testimoni di Geova
Il governo ha tolto dall’indice 240 libri sinora proibiti. Fra questi “La Lunga marcia” e novelle erotiche del ‘700, retaggio del colonialismo britannico. Permane il divieto per i volumi che si rifanno alla setta messa all’indice nella città-Stato. La Costituzione garantisce libertà religiosa, ma lo Stato monitora con attenzione la pratica del culto.

Singapore (AsiaNews/Agenzie) – Il governo conservatore di Singapore ha tolto il bando a 240 pubblicazioni ritenute sinora proibite. Fra queste vi sono anche testi che si ispirano alla dottrina e alla storia comunista cinese, come “La lunga marcia”, oltre che novelle e racconti del passato coloniale come la raccolta di storie erotiche “Fanny Hill” del 1748. Secondo quanto riferiscono i vertici della Authority per lo sviluppo dei Media (Mda), restano ancora vietati, invece, testi di carattere religioso che si rifanno al movimento dei Testimoni di Geova, dichiarati fuorilegge dal 1972.

I rappresentanti della Mda spiegano che “con cadenza regolare” vengono fatti controlli e revisioni delle pubblicazioni, affinché “siano al passo con le norme sociali” e la sensibilità del periodo storico.

La “Undesirable Publications Act” mantiene il bando per 17 pubblicazioni che, secondo l’esecutivo della città-Stato, sono contrarie all’interesse pubblico e al buon costume; per questo resta vietata l’importazione, la vendita e la diffusione di questo materiale.

Fra questi vi sono riviste e libri per adulti con evidente carattere pornografico e materiale religioso che si rifà alla dottrina e al credo dei Testimoni di Geova. I fedeli della setta sono considerati fuorilegge dal 1972, perché sono contrari alla leva militare obbligatoria e si rifiutano di cantare l’inno nazionale.

La Costituzione di Singapore garantisce, sulla carta, la libertà religiosa ma le leggi e la politica del governo limitano nella pratica tale diritto. Il governo richiede e incoraggia la cosiddetta “armonia religiosa”, vietando discorsi o iniziative che potrebbero rappresentare fonti di divisione o discordia interreligiosa.

I buddisti sono il gruppo religioso più numeroso, con il 33% circa dei fedeli, seguiti dai cristiani che rappresentano il 18% della popolazione (7% i cattolici). Seguono quindi gli aostici con il 16% e i musulmani con poco più del 14%. Esiste inoltre un ampio campione rappresentativo di altri gruppi religiosi, quali sikh, ebrei e zoroastriani.

La religione viene regolata con cura e ogni gruppo con più di 10 membri deve iscriversi nel Registro delle associazioni. Inoltre, la legge prevede la possibilità di dichiarare illegale qualsivoglia gruppo religioso ritenuto dallo Stato pericoloso o potenzialmente incline a disturbare l’armonia, l’ordine pubblico o il benessere dei cittadini. Ad oggi, soltanto due gruppi religiosi sono stati dichiarati tali dal Governo: i testimoni di Geova, messi al bando nel 1972, seguiti una decina d’anni dopo dalla Chiesa unificata, fondata dal reverendo coreano Sun Myung Moon.