P. Piero Parolari è rientrato in Italia: fuori pericolo, ma le cure saranno lunghe
Il missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere ha subito un attentato da parte di estremisti lo scorso 18 novembre in Bangladesh. Da questa mattina è ricoverato presso il Bambin Gesù. Le sue condizioni generali richiederanno una lunga degenza.

Roma (AsiaNews) – P. Piero Parolari, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere, è rientrato questa mattina in Italia dal Bangladesh. Lo scorso 18 novembre è stato vittima di un attentato da parte di estremisti islamici a Dinajpur. Il sacerdote è fuori pericolo, ma le cure saranno lunghe. Ora ha bisogno soprattutto di calma e delle adeguate terapie.

P. Piero è stato accompagnato nel suo viaggio da due medici, la dott.ssa Rapacioli e il dott. Rossetti. Il rientro è avvenuto grazie al sostegno attivo di Alitalia, che ha garantito il trasporto in condizioni di assistenza particolare. Ora è ricoverato in via del tutto eccezionale presso il Bambin Gesù, data la lunga storia di amicizia e cooperazione fra l’ospedale pediatrico della Santa Sede e il Pime.

P. Parolari, 64 anni, è un medico missionario e viceparroco di Suihari. Egli è presente in Bangladesh dal 1985, dove lavora presso l’ospedale di St. Vincent. L’agguato è stato compiuto da tre uomini armati in motocicletta, che lo hanno attaccato mentre si recava proprio in ospedale. Il sacerdote è caduto a terra e ha sbattuto la testa, e presenta lividi sugli occhi ed ematomi sul corpo. Ha diverse costole rotte, che gli hanno provocato uno pneumotorace, e presenta uno pneumoencefalo da frattura dell’etmoide.

Le autorità locali confermano la matrice islamica dell’attentato, che si inserisce in un clima di crescente tensione nei confronti della comunità cristiana del Bangladesh.

Il Superiore regionale del Pime, p. Michele Brambilla, ad AsiaNews: “La nostra comunità ringrazia il governo e le autorità, che hanno messo a disposizione fin da subito le loro competenze per aiutare p. Piero. La situazione è ancora molto tesa: oggi un leader politico musulmano è stato minacciato di morte dagli estremisti, le intimidazioni non colpiscono soltanto i cristiani ma tutti coloro che lavorano per la pace. È un problema politico-religioso, non di matrice puramente confessionale”.