Kathmandu reagisce all’embargo di Delhi: al bando le scuole indiane in Nepal
di Christopher Sharma
Il ministero dell’Istruzione riferisce che sul territorio nepalese operano in modo illegale almeno 14 scuole associate all’India. Gli istituti non avrebbero fornito i documenti necessari per registrarsi nel Paese. Professore: “Il governo avrebbe dovuto trasferire prima gli studenti in altre scuole. Ora il loro futuro è a rischio”.

Kathmandu (AsiaNews) – Il governo del Nepal ha deciso di bandire 14 scuole indiane che operano sul proprio territorio senza certificazioni valide. Alcuni analisti ritengono che l’iniziativa sia una reazione all’embargo indiano sulle merci esportate, che continua ad affliggere la vita della popolazione nepalese.

Secondo il ministero dell’Istruzione, in Nepal esistono almeno 14 scuole gestite dall’Indian Central Board of Secondary Education (Cbse) che fornirebbero un insegnamento “illegale” secondo le leggi del Paese. Sarswati Pokhrel, portavoce del ministero, dichiara: “Le scuole sono associate al Cbse ma non hanno mandato legale perchè non rispettano le leggi nepalesi. Abbiamo richiesto loro più volte di seguire le nostre procedure, ma non ci hanno dato ascolto. Non possiamo far operare scuole illegali che potrebbero rovinare il futuro di centinaia di studenti”.

Il portavoce aggiunge: “Ogni scuola che ha legami con Paesi esteri deve avere l’approvazione del ministero dell’Istruzione nepalese. Questo definisce i criteri e i documenti necessari da presentare, ma queste scuole si sono dimostrate riluttanti a produrli, forse perché non ne sono in possesso. Perciò non permetteremo ad alcuna scuola illegale di operare contro la legge. Non solo le metteremo al bando, ma cancelleremo anche la loro associazione al Paese interessato”.

Alcuni analisti sostengono che la decisione di bandire le scuole indiane sia una reazione all’embargo non dichiarato che l’India impone da quando il Nepal ha approvato la sua prima Costituzione laica. Sarebbe quindi un’iniziativa diretta contro la pretesa di dominio da parte dell’India. Il professor Bidhanath Koirala commenta: “Il governo avrebbe dovuto trasferire gli studenti presso altre scuole, prima di adottare il provvedimento. Ora è a rischio il futuro di centinaia di ragazzi”.

Il clima di tensione tra i due Paesi si respira anche nell’aula parlamentare, dove ieri la seduta è stata sospesa in seguito a cori denigratori intonati dal Nepal Workers Party. I suoi membri chiedevano l’espulsione dell’ambasciatore indiano Ranjit Rae.