New York (AsiaNews/Agenzie) – Le Nazioni Unite hanno approvato nella notte una risoluzione per la fine della guerra in Siria e la creazione di un nuovo governo locale. La roadmap prevede il cessate il fuoco in tutto il Paese e l’inizio dei colloqui per la transizione politica a gennaio 2016; un “governo credibile, inclusivo e non settario” da istituire entro sei mesi; elezioni “libere e giuste” sotto la supervisione dell’Onu entro 18 mesi; la continuazione della lotta ai gruppi terroristi. Il 18 gennaio, il Segretario generale Ban Ki-moon dovrà stilare un rapporto sulle modalità di monitoraggio del cessate il fuoco.
La risoluzione 2254 è stata votata all’unanimità. John Kerry, segretario di Stato americano, ha salutato l’approvazione definendola una “pietra miliare” negli sforzi per la conclusione del conflitto che in 5 anni ha causato più di 250mila morti e milioni di profughi. Secondo Kerry, il popolo siriano avrà “una scelta reale fra la pace e la guerra”.
Nonostante la risoluzione sia il primo sforzo unanime del Consiglio di sicurezza per risolvere la questione siriana, ci sono alcuni punti centrali non menzionati nella roadmap. La mancanza più evidente è il silenzio sul ruolo che dovrà avere il presidente siriano Bashar al-Assad nella transizione politica. Europa e Stati Uniti si sono sempre espressi a favore della sua deposizione ma Russia e Cina hanno posto il veto alla sua messa da parte come precondizione per i dialoghi di pace. John Kerry ha detto che Assad “ha perso la capacità di unire il Paese” ma che imporre la sua immediata cacciata “prolungherebbe la guerra”.
I Paesi arabi, d’altra parte, ritengono che il presidente siriano possa avere un ruolo nella transizione pacifica del potere, ma che se ne debba andare alla fine del processo.
Il secondo punto poco chiaro è quali gruppi armati operanti in Siria debbano essere considerati terroristi e quindi esclusi dai colloqui di pace, che saranno organizzati dall’inviato delle Nazioni Unite Staffan de Mistura. La risoluzione non interromperà i raid aerei contro lo Stato islamico.