Una montagna di fango seppellisce 33 edifici. Almeno 91 persone scomparse (il video)
La frana ha coperto un’area di 380mila metri quadri, compresi tre dormitori degli operai, fabbriche, uffici , una mensa e altri edifici. La frana è costituita da terra e rifiuti di costruzioni accumulatesi fino a divenire una montagna alta quanto un edificio di 20 piani. Da due anni operai e residenti esprimevano timori, ma sono rimasti inascoltati. Lo sviluppo industriale della Cina senza sicurezza.

Shenzhen (AsiaNews) – Decine di squadre di emergenza sono alla ricerca di sopravvissuti dopo che una montagna di fango e detriti ha colpito e distrutto 33 edifici. L’incidente è avvenuto ieri verso le 11.40.

Video amatoriali mostrano il fronte del fango cadere con grande rumore da una collina di detriti e seppellire gli edifici in pochi secondi.

Sette persone sono state tratte in salvo, ma almeno 91 persone sono scomparse. Shenzhen è il maggior centro industriale della Cina, quasi alla frontiera con Hong Kong. Fra gli edifici colpiti vi sono tre dormitori di operai, diverse fabbriche e uffici, una mensa e altre costruzioni. La frana ha anche rotto le condutture del gas di città e le squadre di emergenza stanno cercando di aggiustarle.

Mentre pompieri e personale specializzato ricercano segni di vita nella valanga di fango, 900 persone sono state evacuate dagli edifici. Il fango ha sommerso un’area pari a 380mila metri quadri.

Secondo il ministero del territorio e delle risorse naturali, la frana è stata causata da una montagna di terra e di rifiuti di costruzioni alta quanto un edificio di 20 piani. La “montagna” era troppo alta e troppo instabile. Da almeno due anni gli abitanti e gli operai della zona hanno espresso i loro timori, ma sono rimasti inascoltati, mentre ogni giorno camion scaricavano i rifiuti.

Il presidente Xi Jinping e il premier Li Keqiang hanno lanciato un appello alle forze di soccorso perché facciano di tutto per trovare le persone scomparse.

Sui social network si discute sulle cause del disastro e si accusa l’industrializzazione troppo veloce di questi anni e la mancanza di criteri di sicurezza. Molti ricordano il disastro di Tianjin avvenuto lo scorso agosto, quando è scoppiato un deposito di materiali chimici letali, immagazzinati vicino a edifici residenziali.

(Ha collaborato John Ai)