Kathmandu modifica la Costituzione, ma Delhi non toglie l’embargo
di Christopher Sharma
I parlamentari hanno deciso di accogliere le richieste delle minoranze che vogliono rivedere la suddivisione territoriale in province. Viene costituito un organo di esperti che deve presentare una proposta entro tre mesi. Ministro degli Esteri indiano: “Il ritorno alla normalità creerà un ambiente più sicuro e prevedibile per il commercio tra i nostri due Paesi”. Capi delle minoranze avvertono: “Non ci fidiamo, vogliamo un accordo sicuro”.

Kathmandu (AsiaNews) – Il Parlamento del Nepal ha deciso di modificare la prima Costituzione laica della storia del Paese approvata a settembre, nel tentativo di sedare del tutto le proteste della minoranza madhese che da più di 130 giorni blocca la regione del Terai. I rappresentanti politici modificheranno quindi la suddivisione territoriale in sette province, osteggiata dai tribali. La mossa è stata subito accolta con favore dall’India, che sostiene le minoranze in questione applicando un embargo commerciale. Delhi però tace su quando eliminerà la misura economica, imposta in via ufficiale a protezione dei diritti negati delle comunità minoritarie.

Il governo ha deciso di costituire un organismo politico che dovrà ridisegnare i confini del territorio nazionale. Il gruppo di esperti dovrà presentare una prima relazione entro tre mesi dalla sua formazione. Alla base della modifica si prevede la partecipazione delle minoranza agli organi statali in base al principio di proporzionalità e la demarcazione di collegi elettorali in base alla presenza sul territorio. Il diritto di cittadinanza e altre modifiche verranno discussi in seguito.

Dopo la decisione del governo, adottata lo scorso 20 dicembre, il ministro nepalese degli Esteri Kamal Thapa ha chiesto alla minoranza madhese di cessare ogni tipo di protesta. Ha anche chiamato di persona la controparte indiana, Sushma Swaraj, comunicandogli l’iniziativa.

Il ministero degli Esteri indiano ha subito espresso soddisfazione: “Il governo dell’India accoglie questi sviluppi come passi positivi che creeranno le basi per risolvere l’attuale stallo in Nepal”. Il ministro Swaraj poi ha aggiunto: “In quanto vicino e benefattore, l’India era davvero preoccupata per i disordini derivanti dalle differenze interne alla Costituzione. L’India è fiduciosa che un ritorno alla normalità in Nepal creerà un ambiente più sicuro e prevedibile per il commercio tra i nostri due Paesi”. Il ministro poi ha invitato tutte le forze politiche a “dimostrare la necessaria maturità e flessibilità” nel cercare una soluzione soddisfacente, attraverso un “dialogo costruttivo entro i tempi concordati”.

Leader delle minoranze hanno sollevato dei dubbi sull’iniziativa di Kathmandu. Upendra Yadav, presidente del Federal Socialist Forum-Nepal, ha dichiarato: “Il governo ha fatto un passo avanti, ma noi aspettiamo la mossa definitiva. Se davvero vuole dialogare con serietà, noi siamo pronti a trovare una soluzione”.

Un altro leader, Mahantha Thakur, avverte: “Siamo speranzosi ma non ci fidiamo del tutto. Non diminuiremo la nostra protesta finchè non saremo convinti”.