Missionario Pime: il mancato accordo tra musulmani e governo causa degli attacchi a Mindanao
Nei giorni di Natale i ribelli islamisti del Bangsamoro Islamic Freedom Fighter hanno ucciso 14 persone nel sud di Mindanao, fra cui alcuni cristiani. La zona è a forte presenza musulmana. La regione è oggetto da anni di negoziati tra musulmani che chiedono lo “statuto speciale” a Manila. La mancata firma “avvantaggia i gruppi più estremisti che non vogliono l’accordo”. Gli attacchi “non hanno avuto come unico obiettivo i cristiani, anche se la situazione rimane tesa per loro”.

Manila (AsiaNews) – La situazione nel Bangsamoro “è preoccupante, quello che è accaduto è un segnale non buono. I terroristi potrebbero ripetere gli stessi attacchi in altri posti e in altri momenti. Staremo a vedere. Non è bello quello che sta succedendo, avrà senz’altro delle ripercussioni”. P. Sebastiano D’Ambra, missionario del Pime nelle Filippine, commenta così gli attacchi verificatisi nei giorni di Natale nel Bangsamoro [regione nel sud di Mindanao a forte presenza musulmana ndr] che hanno causato almeno 14 morti, fra cui alcuni cristiani.

A partire dal 24 dicembre scorso, i ribelli del Bangsamoro Islamic Freedom Fighter (Biff) hanno attaccato alcuni villaggi nel Sultan Kudarat e nord Cotabato. I miliziani hanno ucciso nove contadini che stavano lavorando nelle loro piantagioni di riso. Altre due persone sono morte per lo scoppio di una granata in una cappella cristiana nel nord Cotabato. Almeno sei terroristi sono stati uccisi dall’esercito negli scontri che si sono susseguiti per tre giorni.

Il Bangsamoro è da anni una zona instabile, al centro di conflitti fra il Moro Islamic Liberation Front (Milf) – che chiedeva l’indipendenza da Manila – e il governo. Dopo 45 anni di guerra, che ha causato 120mila morti e 2 milioni di sfollati, nel 2011 il governo ha firmato la pace con il Milf, iniziando i negoziati per la Bangsamoro Basic Law (Bbl), bozza di legge darebbe uno “statuto speciale” alla regione. Nel 2008, però, il Biff si era separato dal Milf, dichiarandosi contrario a qualsiasi dialogo con Manila.

Nei mesi scorsi, la firma dell’accordo sembrava vicina. Ora invece, afferma p. D’Ambra, “la Bangsamoro Basic Law sembra stia per fallire. Ci sono le elezioni politiche alle porte [2016 ndr] e il governo pospone tutti questi accordi minori”. Secondo il missionario, la situazione di incertezza favorisce i gruppi più radicali, che chiedono ancora l’indipendenza totale da Manila: “Il Biff ha preso questa occasione per farsi sentire e dimostrare che è potente. In altre parole, la strategia è quella di dire: noi siamo forti e dovete ascoltarci. I terroristi si sono avvantaggiati della situazione e hanno compiuto gli attacchi, che sono avvenuti in diversi momenti e luoghi. Putroppo l’accordo tra Milf e governo non si è concluso e questi sono i risultati”.

Inoltre, sottolinea p. D’Ambra, “il Biff vuole dimostrare di essere legato allo Stato islamico (SI). Qualche mese fa ha dichiarato di sostenere lo SI, come il gruppo Abu Sayyaf, il cui scopo è creare uno Stato musulmano indipendente nel sud del Paese”.

“Molte volte – commenta il sacerdote – per fare colpo si mette la notizia sottolineando solo l’attacco contro i cristiani. È possibile che i cristiani siano un obiettivo più sensibile di altri, ma è bene rimanere cauti e non mi sentirei di dire che gli ultimi attacchi sono stati in modo ufficiale ed esplicito contro i cristiani. È più un attacco fatto per dimostrare la forza dei miliziani e per dire che la loro teoria (che bisogna separarsi da Manila e non fare l’accordo) è valida”.