Conflitto siriano: ai colloqui di pace anche il principale gruppo di opposizione

L’Alto comitato per i negoziati ha detto che invierà a Ginevra 30-35 persone. Al negoziato di pace partecipano anche delegati Onu, del governo siriano e di Washington. L’obiettivo è porre fine al conflitto che insanguina il Paese dal 2011 e ha provocato 260mila morti. La risoluzione Onu di dicembre prevede l’immediato cessate il fuoco, un governo di transizione in sei mesi e l’elezione entro i prossimi 18 mesi.


Ginevra (AsiaNews/Agenzie) – Dopo il no dei giorni scorsi, il principale gruppo di opposizione siriana ha annunciato che parteciperà ai colloqui di pace in corso a Ginevra. Un delegato dell’Alto comitato per i negoziati (Hnc), appoggiato dai sauditi, ha riferito che il gruppo invierà al tavolo di pace in Svizzera “30-35 persone”, mentre in precedenza aveva escluso ogni spiraglio di trattativa con le forze leali al presidente Bashar al-Assad.

La dichiarazione del rappresentante apre timide speranze di risoluzione del pantano siriano. A Ginevra sono riuniti da ieri negoziatori di Nazioni Unite, Siria e Stati Uniti. Il gruppo ribelle aveva posto due condizioni necessarie per la sua partecipazione: il cessate il fuoco e l’invio di aiuti umanitari nelle città assediate. Farrah el-Atassi, una attivista dell’Hnc, aveva dichiarato alla Reuters che la delegazione non avrebbe “negoziato” senza l’accoglimento delle richieste.

La situazione sembra essersi sbloccata dopo una telefonata di John Kerry, segretario di Stato USA, che avrebbe chiesto al gruppo di non opporsi agli incontri. John Kirby, portavoce di Kerry, ha poi dichiarato che per Washington “è importante continuare questi colloqui senza precondizioni”.

L’inviato speciale dell’Onu per la Siria, Staffan de Mistura, ha annunciato di avere “buone ragioni per ritenere” che anche il principale gruppo di opposizione siriana arriverà domani a Ginevra per partecipare ai colloqui di pace. In un video messaggio rivolto al popolo siriano, de Mistura aveva sottolineato che i colloqui “non possono fallire”.

L’obiettivo dei negoziati – che dovrebbero durare sei mesi – è quello di fermare la guerra in Siria, che da marzo 2011 ha fatto oltre 260mila morti, 4,6 milioni di profughi e almeno 12 milioni di sfollati interni. I colloqui si concentreranno sulla tabella di marcia fissata a dicembre dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che prevede l’immediato cessate il fuoco, un governo di transizione in sei mesi e l’elezione entro i prossimi 18 mesi. L’opposizione insiste sulla posizione attuale, che guarda a un “governo di transizione” che metta la parola fine al dominio del presidente Assad.