Siria, i missili russi su ospedali e scuole "sono crimini di guerra”

Oggi Francia e Turchia hanno condannato con durezza il lancio su obiettivi civili da parte di Mosca. Il Cremlino però non ha ancora rilasciato dichiarazioni. I missili hanno provocato almeno 50 morti, tra civili e personale medico. Le nuove violenze “gettano ombre” sulla risoluzione del conflitto a breve termine.


Damasco (AsiaNews/Agenzie) – ll bombardamento degli ospedali e delle scuole nel nord della Siria da parte di presunti missili russi, avvenuto ieri, è un “crimine di guerra”. È la dichiarazione fatta questa mattina da Francia e Turchia, che condannano con durezza il lancio di missili contro obiettivi civili nel Paese. Intanto il bilancio delle vittime si aggrava di ora in ora, con fonti delle Nazioni Unite che confermano il decesso di almeno 50 persone. Di queste, 12 sono rimaste uccise ad Azaz sul confine turco; altre sette persone sono state sepolte dal crollo di un ospedale di Medici senza frontiere a Maarat al-Numan e otto risultano disperse. Medici senza frontiere, che come l’Onu non indica responsabili, ha confermato l’attacco a un ospedale a Idlib, sostenendo che sette persone sono state uccise e almeno otto erano disperse, presumibilmente morte.

Il ministro degli Esteri turco ha attribuito le responsabilità dell’attacco di ieri ad azioni di Mosca, che però ancora non ha rilasciato commenti. Nel frattempo il presidente siriano Bashar al-Assad ha manifestato forti dubbi riguardo una risoluzione del conflitto.

Solo la scorsa settimana le grandi potenze si erano accordate a Monaco per una “sospensione delle ostilità” e avevano definito le tappe di una tregua progressiva, che sarebbe cominciata al termine di questa settimana.

Già nelle ore successive all’accordo di Monaco però, il presidente Assad aveva dichiarato che la definizione di una tregua non avrebbe “necessariamente comportato l’abbassamento delle armi da parte di tutte le forze in campo”. In una intervista televisiva aveva detto: “Le potenze dicono che interromperanno le ostilità entro una settimana. Ma chi è in grado di soddisfare tutte queste condizioni e richieste in una settimana?”.

Le Nazioni Unite hanno affermato che i raid su obiettivi civili “gettano ombre” su una soluzione della crisi siriana, che in cinque anni ha provocato oltre 260mila morti, 4,6 milioni di profughi e almeno 12 milioni di sfollati interni.