Cina, i media di Stato: Più poteri al presidente Xi, la situazione è grave

Il Quotidiano del Popolo lancia un’analisi – firmata dal “Gruppo di Studio” – che chiede ancora più accentramento del potere sul leader centrale. È necessario, spiegano gli autori, per evitare un conflitto diretto con gli Stati Uniti e la stagnazione economica.


Pechino (AsiaNews) – Per evitare la “trappola di Tucidide” e la stagnazione economica dovuta al livello di benessere raggiunto, la Cina deve dare ancora più poteri al presidente Xi Jinping. È la tesi sostenuta dal Quotidiano del Popolo e firmata dal “Gruppo di Studio”, dietro il quale si cela con ogni probabilità la direzione editoriale del giornale comunista.

La “trappola di Tucidide” prende il nome dallo studio dello storico greco sulla guerra del Peloponneso: “Quando una potenza in rapida ascesa diventa un rivale per la potenza dominante, sorgono dei problemi”. In undici dei quindici casi in cui questo è accaduto negli ultimi 500 anni, secondo gli storici, il confronto si è tramutato in una guerra.

La stagnazione economica dovuta al relativo benessere è chiamata invece “la trappola dello stipendio medio” ed è un concetto economico applicato ad alcune nazioni di America Latina, Medio Oriente e Africa settentrionale.

I due mali, scrive il Quotidiano, possono essere evitati “soltanto accordando più autorità e impegno al presidente Xi, che deve essere libero di mischiare le carte nella leadership politica e prendersi la responsabilità di diversi compiti del Partito”. L’articolo si inserisce in una scia di gesti pubblici destinati a fomentare il culto della personalità nei confronti di Xi Jinping. Al momento egli è presidente della Repubblica, Segretario centrale del Partito, comandante in capo delle Forze armate, segretario della nuova Commissione per l’economia e capo della sicurezza interna. Gli ultimi due titoli sono stati creati dalla sua amministrazione.

Xigen Li, professore associato del Dipartimento media e comunicazione della City University, sostiene che la “mancanza di libertà e la proibizione di nuove iniziative non farà altro che castrare la creatività, incoraggiando un’attitudine ‘aspetto e vediamo’ che peggiorerà tutte quelle situazioni in cui servono invece attenzione e soluzioni immediate”. Per il grande esperto di Cina Willy Lam, inoltre, queste manovre rischiano di portare il Paese verso una nuova Rivoluzione culturale