Jat: I contadini-guerrieri che bloccano l’acqua di Delhi e le strade del Paese

Scongiurato il blocco delle forniture d’acqua nella capitale. In una settimana di scontri vi sono stati 16 morti e un centinaio di feriti. I Jat, 80 milioni di persone, chiedono di essere declassati dalle caste alte per ricevere più aiuti dal governo.


New Delhi (AsiaNews) - Autostrade e ferrovie bloccate, case e auto date alle fiamme, almeno 16 morti e un centinaio di feriti e una delle capitali più popolose al mondo che ha rischiato di trovarsi senza acqua: è questo è il bilancio di una settimana di protesta nel distretto di Haryana, i cui promotori appartengono alla comunità Jat, uno dei principali gruppi tra le migliaia che compongono l’immenso mosaico etnico e sociale del subcontinente indiano.  Oggi i Jat sono circa 80 milioni e costituiscono il 30% della popolazione dello Stato dell’Haryana adiacente alla capitale Delhi.

Popolo dalle origini antiche (la leggenda vuole che siano fuoriusciti dai capelli del dio Shiva), i Jat migrarono, in epoca medievale, dalla valle del Sind nelle più fertili regioni del Gange e dell’India del Nord.  Questa comunità di agricoltori esperti non disdegnò però di imbracciare le armi per contrastare i sultani musulmani arrivando, nel corso del XVIII secolo, ad amministrare un vero e proprio regno. La loro attitudine alle armi si consolidò a tal punto che durante la dominazione britannica furono inseriti nel gruppo delle “caste marziali” da cui il governo di Sua maestà attingeva per rimpolpare l’esercito del Commonwealth. Insieme ai Rajput di nobile stirpe e ai coraggiosi Sikh del Punjab furono molti i Jat che persero la vita durante la Seconda guerra mondiale. Proprio per questo “innalzamento” da casta di agricoltori a comunità di guerrieri, il governo indiano ha escluso i Jat dagli aiuti che per legge spetterebbero alle caste più disagiate.  

La legislazione indiana inquadra in maniera puntigliosa ogni singola casta, etnia e minoranza all’interno di un sistema gerarchico che prevede anche delle agevolazioni per le caste più basse, le cosiddette OBC (Other Backward Classes). Alle caste definite “arretrate”, lo Stato fornisce diversi benefici per l'istruzione e per l'impiego, tra cui una quota riservata del 27% nei posti della pubblica amministrazione. Lo stesso vale anche per le minoranze religiose. La comunità Jat ha creato una falla in questo sistema poiché se per molti di loro l’attività militare ha contribuito ad elevarli ad un rango superiore, è soprattutto vero che la quasi totalità dei Jat continua ad essere impiegata in lavori umili come l’agricoltura e la pastorizia. I Jat sono quindi un paradosso per l’India: formalmente nobili ma di fatto poveri, essi, contrariamente a quanto la fierezza e il senso del pudore indiano vorrebbero, richiedono al governo che il loro gruppo venga degradato ad un rango inferiore. Per ovviare a questo negli ultimi anni si è cercato di inserire all’interno dell’OBC alcuni tra i clan più poveri della comunità finendo però per scontentarne altri.

Negli ultimi giorni questa politica ha però mostrato tutta la sua fragilità. I capi clan della comunità Jat (che ha fornito all’India personalità politiche di primo piano tra cui un presidente della repubblica) dopo l’ennesimo fallimento delle trattative in cui chiedevano l’estensione delle quote di aiuto statale a tutta la comunità, si sono coalizzati in un’opposizione al governo che sta facendo tremare la capitale. Almeno sette delle più grandi città dell’Haryana sono sotto il coprifuoco mentre dai vicini Stati di Rajastan e Punjab altri Jat stanno accorrendo a dare manforte ai loro confratelli. Il premier Modi intanto ha dispiegato un consistente quantitativo di militari (circa 3000) per sedare la protesta e ha dato ordine di sparare a vista qualora il coprifuoco venga violato. Nessuna finestra di dialogo è stata aperta e dunque probabilmente assisteremo ad un inasprimento dello scontro e ad un’inevitabile aumento delle vittime.

Tutte le autostrade sono presidiate dai rivoltosi e la protesta ha colpito anche Gurgaon, il principale polo informatico di New Delhi, dove sorgono molte multinazionali straniere. I dimostranti hanno bloccato alcune principali arterie, impedendo il trasporto di generi alimentari e beni di prima necessità a Rohtak, Jind, Bhiwani e in altri centri. Un portavoce delle Ferrovie settentrionali ha reso noto che a causa dell'agitazione sono stati cancellati 150 treni dalla capitale verso gli Stati di Haryana, Punjab, Rajasthan e Jammu (Kashmir). Ma ciò che più preoccupava le autorità è che i Jat si erano impadroniti della centrale idrica che fornisce acqua ai 18 milioni di abitanti di Delhi. L’esercito ha ripreso oggi il controllo, ma occorreranno da tre a quattro giorni per il ritorno alla normale erogazione. (C.L.)