India, nel 2016 la crescita economica arriverà al 7,5%

Ieri il ministro delle Finanze ha presentato il sondaggio 2015-2016 sull’andamento dell’economia. Nel lungo periodo la crescita potenziale può essere anche intorno all’8-10%. Questo significa che l’India si colloca tra i Paesi con il più elevato tasso di crescita, superando anche la Cina. Il settore traino è quello dei servizi.


New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – La crescita economica dell’India per il prossimo anno fiscale sarà intorno al 7-7,5 punti percentuali. Lo ha annunciato ieri il ministro delle Finanze Arun Jaitley, presentando al Parlamento le previsioni 2015-2016 sull’andamento dell’economia. Per il periodo in corso, ha aggiunto il ministro, ci si aspetta che la crescita del prodotto interno lordo raggiungerà il 7,6%. Il settore che traina questi risultati è quello dei servizi: per il 2016 ci si attende che arriverà a toccare il 9,2% di crescita.

Le previsioni confermano l’impennata economica del Paese dell’Asia meridionale negli ultimi anni. Nel testo si legge: “La crescita potenziale del prodotto interno lordo dell’India nel lungo periodo è notevole, circa l’8-10%”. Se tali previsioni fossero confermate, l’India supererebbe anche l’altro gigante asiatico – la Cina – che nell’ultimo periodo sta subendo una costante crisi finanziaria.

Il documento, nel quale si afferma che “’India si pone come un rifugio di stabilità in mezzo al cupo panorama economico internazionale”, arriva a pochi giorni dalla presentazione del bilancio dell’Unione da parte del ministro Jaitley, che indirizzerà l'agenda economica grazie anche ai dati della previsione. Essa sostiene che la crescita indiana è tra le più elevate al mondo, grazie anche “ad un nuovo orientamento del governo nella spesa pubblica e in particolare nelle infrastrutture statali”. Allo stesso tempo però, avverte che se l’economia mondiale rimarrà debole, l’India dovrà affrontare “considerevoli venti contrari”.

Dal punto di vista interno, due fattori posso aumentare il consumo: un aumento della spesa derivante dall’aumento dei salari e dall’indennità dei dipendenti pubblici. Tre sono invece gli elementi di rischio: le turbolenze dell’economia globale potrebbero peggiorare le prospettive sulle esportazioni, mentre le aspettative per un aumento del prezzo del petrolio potrebbero aumentare la resistenza al consumo. Il rischio più grave, conclude il documento, “è la combinazione di questi due fattori”.