Pune, criminali bruciano Bibbia e testi sacri di fronte alla grotta della Madonna di Fatima

L‘incendio doloso è avvenuto ieri mattina presto. La grotta della Madonna appartiene alla chiesa di san Sebastian ma si trova in una proprietà privata all’aperto. Il proprietario del terreno, un attivista cristiano ha sporto denuncia. “Abbiamo capito che è un attacco mirato contro i cristiani perché non è stato rubato alcun oggetto prezioso”. I parrocchiani si organizzano con forme di sicurezza privata.


Pune (AsiaNews) – Criminali, ancora ignoti, hanno fatto irruzione nella chiesa di san Sebastian a Daund, a circa 80 km da Pune (nel Maharashtra), e hanno incendiato Bibbia, libri sacri e testi di canzoni religiose di fronte alla grotta della Madonna di Fatima. L’incidente è avvenuto all’alba di ieri e la polizia sta indagando sul caso. La dinamica dell’attacco sembra suggerire un gesto premeditato contro la minoranza cristiana, anche se le autorità hanno minimizzato la gravità di quanto accaduto. Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), dice ad AsiaNews: “Il Gcic condanna con durezza la profanazione e l’incendio della Bibbia e degli altri libri. L’incendio doloso di fronte alla grotta è deplorabile ed è un atto sacrilego dettato dall’odio. Chiediamo al governo di arrestare subito i colpevoli”.

Secondo il leader cristiano, “questi incidenti compiuti nel periodo della Quaresima, creano tensione e turbano la solennità della celebrazione religiosa”. Raymond Dias, un attivista cristiano, ha sporto denuncia. La grotta si trova nella sua proprietà ed è stata costruita dal padre. “Mio padre ha installato la statua della Madonna – ha detto – che è aperta a tutti. Si trova all’interno di un capanno alto tre metri e di fronte ad essa è posizionata una scatola di plastica che contiene i testi in varie lingue”.

L’uomo ha raccontato alla polizia si essersi svegliato presto, “come accade tutti i giorni”, e di aver visto “del fumo che proveniva dalla grotta”. Si è avvicinato e ha notato che “qualcuno aveva messo dei vecchi vestiti sulla scatola di plastica e aveva appiccato il fuoco. C’era una pianta di tulsi [il basilico sacro per la religione indù, ndr] in un vaso di terracotta e il bindi [il pallino rosso che le donne applicano al centro della fronte, ndr] attaccato al vetro dentro il quale è posta la statua. Sono andato a chiamare altre persone e abbiamo rinvenuto che nessun oggetto di valore era stato rubato. Perciò abbiamo realizzato che il gesto è stato compiuto solo per offendere il nostro sentimento religioso. La statua ha una corona d’argento e diversi altri oggetti preziosi, ma nulla è stato toccato”.

Il sovrintendete di polizia Tanaji Chikhale ha registrato il caso contro ignoti. L’ufficiale ha dichiarato: “A primo impatto sospettiamo che si tratti di una marachella. Finora non abbiamo indizi ma la nostra squadra sta analizzando il contenuto delle telecamere di sorveglianza installate sugli edifici adiacenti”.

Nel frattempo il sovrintendente riferisce che un comitato di parrocchiani delle 25 chiese di Daund ha deciso di adottare delle misure di sicurezza per proteggere le grotte situate in spazi aperti al di fuori delle chiese.

Sajan K George teme che la misura privata dei fedeli non basti a frenare le violenze e riferisce un episodio avvenuto lo scorso agosto a Pimpri-Kalewadi, sempre nel Maharashtra: “Alcuni estremisti di destra hanno interrotto un raduno di preghiera dei pentecostali, hanno picchiato i cristiani e tagliato i cavi elettrici della chiesa. Il giorno dopo il pastore ha messo una serratura di sicurezza alla porta, ma un gruppo ancora più numeroso ha forzato l’ingresso e ha picchiato di nuovo i cristiani presenti. Il pastore ha sporto denuncia e il terzo giorno la polizia ha messo un presidio a protezione del raduno”. (NC)