Rajshahi, cristiani e musulmani: lavorare per il rispetto reciproco
di Sumon Corraya

L’incontro è avvenuto ieri presso la Fondazione islamica del Bangladesh. È stato organizzato dalla stessa Fondazione e dalla Commissione diocesana per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso. I leader hanno firmato una dichiarazione comune in cui “giurano” rispetto reciproco e amicizia tra persone di religione diversa.


Rajshahi (AsiaNews) – Circa 50 leader religiosi islamici e cristiani si sono incontrati a Rajshahi e hanno sottolineato l’importanza del rispetto reciproco e del dialogo islamo-cristiano per assicurare la pace nel Paese. L’incontro è avvenuto ieri presso la sede della Fondazione islamica del Bangladesh ed è stato organizzato dalla stessa Fondazione e dalla Commissione diocesana per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso.

L’iniziativa è rilevante perché di recente in Bangladesh si è assistito ad un aumento della violenza ai danni dei cristiani e delle minoranze diverse dall’islam sunnita. Tra gli ultimi episodi, il tentato omicidio di p. Piero Parolari, missionario del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere); le rapine ai danni di suore cattoliche; un sacerdote indù sgozzato in un tempio e un musulmano ucciso perché convertito al cristianesimo.

La Fondazione islamica del Bangladesh è un’organizzazione autonoma e fa parte del ministero per gli Affari religiosi. Lavora per diffondere gli ideali e i valori dell’islam nel Paese. Mahabub Alam, il direttore, ha detto: “Ogni religione insegna il rispetto per le altre religioni, ma purtroppo sta avvenendo il contrario. La violenza in nome della religione si sta diffondendo in tutto il mondo, compreso il Bangladesh”.

“Io sono pienamente d’accordo – ha continuato – con la Chiesa cattolica nel voler costruire relazioni positive tra le persone di fede diversa. Se impariamo a conoscerci l’un l’altro, le incomprensioni e le situazioni di inimicizia scompariranno”.

Il leader islamico ha aggiunto che “d’ora in poi, la nostra organizzazione lavorerà in modo chiaro per sponsorizzare il dialogo interreligioso. In questo modo potremo bandire l’estremismo religioso dal nostro Paese”.

Mons. Gervas Rozario, vescovo di Rajshahi, ha lodato l’iniziativa. “L’armonia e la coesistenza tra le religioni – ha detto – sono i prerequisiti per giustizia sociale, pace e tranquillità”. Poi ha esortato: “Costruiamo insieme una società dove persone di ogni fede e cultura possano vivere nel pieno della sicurezza e nella più grande dignità umana”.

“È nostra responsabilità morale – ha aggiunto – lasciare alle generazioni future una civiltà di amore e comunione. Se falliremo in questo, cresceranno l’odio e la violenza, e la stessa umanità sarà a rischio distruzione”.

Mons. Rozario, che è anche presidente della Commissione diocesana, ha invitato i musulmani a “rispettare i reciproci insegnamenti religiosi, in modo da costruire un mondo libero dal conflitto”.

Maullana Hasan, musulmano, ha partecipato all’incontro e gioisce per il fatto che “la Chiesa cattolica abbia deciso di venire qui e costruire buone relazioni con noi. Ora possiamo dire di aver creato un legame di amicizia”.

Denis C. Baskey, direttore regionale della Caritas di Rajshahi, commenta: “La Chiesa cattolica del Bangladesh sostiene il dialogo interreligioso. Attraverso questi scambi di idee noi facciamo il nostro lavoro di cattolici”.

Al termine dell’evento, i partecipanti hanno firmato una dichiarazione comune in cui delineano la futura “missione”. “Giuriamo – hanno scritto – di rispettare la fede altrui e di vivere in amicizia con le persone di ogni religione”.