Papa: Conversione e perdono dei peccati, missione da testimoniare ovunque

Nella solennità dell’Ascensione di Gesù al cielo, Francesco sottolinea l’importanza della missione affidata ai discepoli e alla Chiesa tutta: “Ogni domenica la testimonianza cristiana dovrebbe uscire dalla nostre chiese per entrare durante la settimana nelle case, negli uffici, a scuola, nei luoghi di ritrovo e di divertimento, negli ospedali, nelle carceri, nelle case per gli anziani, nei luoghi affollati degli immigrati, nelle periferie della città…”.


Città del Vaticano (AsiaNews) – La solennità dell’Ascensione ci fa contemplare “il mistero di Gesù che esce dal nostro spazio terreno per entrare nella pienezza della gloria di Dio, portando con sé la nostra umanità”. Lo ha detto papa Francesco prima della preghiera mariana del Regina Caeli, commentando il Vangelo odierno. Luca evangelista “ci mostra la reazione dei discepoli davanti al Signore che «si staccò da loro e veniva portato su, in cielo» (24,51). Non ci furono in essi dolore e smarrimento, ma «si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia» (v. 52). È il ritorno di chi non teme più la città che aveva rifiutato il Maestro, che aveva visto il tradimento di Giuda e il rinnegamento di Pietro, la dispersione dei discepoli e la violenza di un potere che si sentiva minacciato”.

Da quel giorno, continua il pontefice, “per gli Apostoli e per ogni discepolo di Cristo è stato possibile abitare a Gerusalemme e in tutte le città del mondo, anche in quelle più travagliate dall’ingiustizia e dalla violenza, perché sopra ogni città c’è lo stesso cielo ed ogni abitante può alzare lo sguardo con speranza. Gesù, Dio è uomo vero: con il suo corpo di uomo è in cielo. E questa è la nostra speranza, la nostra ancora. E noi siamo saldi in questa speranza, se guardiamo in cielo”.

In questo cielo “abita quel Dio che si è rivelato così vicino da prendere il volto di un uomo, Gesù di Nazaret. Egli rimane per sempre il Dio-con-noi – ricordiamo questo, l’Emmanuel, Dio con noi – e non ci lascia soli! Possiamo guardare in alto per riconoscere davanti a noi il nostro futuro. Nell’Ascensione di Gesù, il Crocifisso Risorto, c’è la promessa della nostra partecipazione alla pienezza di vita presso Dio”.

Prima di separarsi dai suoi amici, riprende il papa, “Gesù, riferendosi all’evento della sua morte e risurrezione, aveva detto loro: «Di questo voi siete testimoni» (v. 48). I discepoli, gli Apostoli sono testimoni della morte e della resurrezione di Cristo. In quel giorno, anche dell’ascensione. E in effetti, dopo aver visto il loro Signore salire al cielo, i discepoli ritornano in città come testimoni che con gioia annunciano a tutti la vita nuova che viene dal Crocifisso Risorto, nel cui nome «saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati»” (v. 47).

Questa, sottolinea con forza Francesco, “è la testimonianza – fatta non solo con le parole ma anche con la vita quotidiana – la testimonianza che ogni domenica dovrebbe uscire dalla nostre chiese per entrare durante la settimana nelle case, negli uffici, a scuola, nei luoghi di ritrovo e di divertimento, negli ospedali, nelle carceri, nelle case per gli anziani, nei luoghi affollati degli immigrati, nelle periferie della città…”. Questa testimonianza “noi dobbiamo portarla, ogni settimana. Cristo è con noi, Gesù è salito al cielo, è con noi. Cristo è vivo”.

Gesù, continua, “ci ha assicurato che in questo annuncio e in questa testimonianza saremo «rivestiti di potenza dall’alto» (v. 49), cioè con la potenza dello Spirito Santo. Qui sta il segreto di questa missione: la presenza tra noi del Signore risorto, che con il dono dello Spirito continua ad aprire la nostra mente e il nostro cuore, per annunciare il suo amore e la sua misericordia anche negli ambienti più refrattari delle nostre città. È lo Spirito Santo il vero artefice della multiforme testimonianza che la Chiesa e ogni battezzato rendono nel mondo. Pertanto, non possiamo mai trascurare il raccoglimento nella preghiera per lodare Dio e invocare il dono dello Spirito”.

Dopo il Regina Caeli, Francesco ricorda la 50ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che cade oggi: “Essa fu voluta dal Concilio Vaticano II. Infatti, i padri conciliari, riflettendo sulla Chiesa del mondo contemporaneo, compresero l’importanza cruciale delle comunicazioni, che «possono gettare ponti tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali, i popoli. E questo sia nell’ambiente fisico sia in quello digitale» (Messaggio 2016). Rivolgo a tutti gli operatori della comunicazione un saluto cordiale, e auspico che il nostro modo di comunicare nella Chiesa abbia sempre un chiaro stile evangelico, uno stile che unisca la verità e la misericordia”.

Dopo il saluto ai gruppi di pellegrini, un pensiero per le madri: “Oggi in tanti Paesi si celebra la festa della mamma; ricordiamo con gratitudine e affetto tutte le mamme, quelle che sono oggi in piazza, le nostre mamme, quelle che sono ancora fra noi e quelle che sono andate in cielo, affidandole a Maria, la mamma di Gesù. Preghiamo l'Ave Maria! [la piazza recita con il papa la preghiera].

A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.