Bangladesh, impiccato il capo del Jamaat-e-Islami
di Sumon Corraya

La condanna a morte di Motiur Rahman Nizami è stata eseguita ieri. Il leader del più grande partito islamico del Paese ha rifiutato di chiedere la grazia al presidente, ammettendo in questo modo i crimini imputati. Egli era accusato di aver commesso genocidio, stupro e omicidio nel conflitto per la liberazione dal Pakistan del 1971. Il partito islamico ha indetto uno sciopero generale; il corpo del defunto seppellito nel villaggio natale.


Dhaka (AsiaNews) - Motiur Rahman Nizami, capo del più grande partito islamico del Bangladesh, è stato impiccato ieri nel carcere centrale della capitale. La sentenza di morte è stata eseguita alle 12.10, ora locale. Nei giorni scorsi la Corte suprema aveva confermato la condanna a morte del leader islamico, accusato di aver commesso crimini di guerra durante la guerra di liberazione dal Pakistan nel 1971. Nizami ha rifiutato di chiedere la grazia al presidente Abdul Hamid, ammettendo in questo modo le colpe di cui veniva accusato.

Nizami, 75 anni, era il capo del Jamaat-e-Islami. All’epoca dei fatti a lui attribuiti, egli era il leader dell’ala studentesca del partito, l’Islami Chhatra Sangha. Nel 2000 ha assunto la guida del movimento islamico più diffuso nel Paese e dal 2001 al 2006 è stato ministro del Turismo sotto il governo di Khaleda Zia.

Dal 2010 era rinchiuso in carcere e nel 2014 il Tribunale criminale internazionale, un organo giudiziario speciale creato dall’attuale premier Sheikh Hasina per punire i criminali di guerra, lo ha condannato a morte. 

La conferma della condanna è arrivata la scorsa settimana: i quattro giudici supremi lo hanno ritenuto responsabile di aver creato la milizia pro-Pakistan al-Badr, che si è macchiata di crimini di guerra collaborando con l’esercito pakistano durante il conflitto che portò all’indipendenza del Paese. Nizami in particolare è stato accusato di aver pianificato l’omicidio di intellettuali, lo stupro di donne e la deportazione di popolazione, sia a Pabna che a Dhaka.

Dopo l’esecuzione del criminale, il suo partito ha indetto un hartal [sciopero generale, ndr] per tutta la giornata di oggi. Al contrario, diverse sono state le manifestazioni di esultanza per la sua uccisione, anche tra le comunità cristiane. Louis Rozario, un freedom fighter cristiano, riferisce: “Sono davvero contento per l’uccisione di Nizami. Abbiamo avuto giustizia”.

Il corpo del defunto leader del Jamaat è stato trasportato in ambulanza nel suo villaggio natale, dove è stata organizzata la cerimonia di sepoltura. Questa mattina, intorno alle 6.45 (ora locale), Nizami è stato seppellito nel villaggio di Monmothpur, nella regione di Santhia a Pabna. La janaza [la tipica preghiera del rito funebre islamico, ndr] è stata condotta dal figlio maggiore del defunto, Najib Momen.

Alcuni osservatori ritengono che l'esecuzione del capo islamico, e di altre prima di lui, rientrino in un ben preciso disegno del governo, volto a emarginare le opposizioni e a eliminare fisicamente gli avversari con una sorta di "pulizia politica".