Jakarta: pronti i plotoni d’esecuzione per 15 trafficanti di droga
di Mathias Hariyadi

Manca ancora la data ufficiale, ma i detenuti nel braccio della morte verranno fucilati “verso metà maggio”. Tra essi vi sono 5 indonesiani e 10 stranieri. Mary Jane Veloso, 30enne domestica filippina condannata alla pena capitale, è stata risparmiata perché il suo caso è ancora aperto a Manila.

 


Jakarta (AsiaNews) – Tutto è pronto per una nuova ondata di esecuzioni capitali in Indonesia. Manca ancora la data ufficiale ma alte sfere dell’esercito hanno confermato che 15 detenuti nel braccio della morte affronteranno il plotone d’esecuzione “nei giorni di metà maggio”. Lilie Darmanto, capo sovrintendente della polizia, ha affermato che i condannati a morte sono 5 indonesiani (una donna e quattro uomini) e 10 stranieri (quattro cinesi, un pakistano, due nigeriani, due senegalesi e un cittadino dello Zimbawe). Darmanto non ha voluto rivelare le identità dei carcerati, tra i quali ci sono molti “pesci grossi” del traffico di droga.

Secondo il capo sovrintendente, tutte le procedure di preparazione per le esecuzioni sono state completate: sono pronti i soldati e i team di sostegno medico e spirituale: “Ci sono 12 membri per ogni plotone – ha detto Darmanto – di cui 10 tiratori a corta gittata, un comandante e un segnalatore. Affinché le esecuzioni siano attuate in modo efficiente, saranno fatte in modo simultaneo”. Le fucilazioni avverranno sull’isola di Nusakambangan, vicino a Cilacap (Java centrale).

L’Indonesia ha una delle leggi anti-droga più severe al mondo, per combattere quella che il presidente Joko Widodo ha definito “un’emergenza nazionale”. Dal 1979 al 2015, sono state portate a termine 66 esecuzioni capitali. Lo scorso aprile, l’Indonesia è stata criticata per aver messo a morte otto persone, fra cui due australiani. In quell’occasione, Jakarta ha risparmiato la vita di Mary Jane Fiesta Veloso, 30enne domestica filippina condannata alla pena capitale per traffico di droga.

Anche questa volta la Veloso ha evitato il plotone d’esecuzione, perché il suo caso giudiziario non è ancora concluso nelle Filippine. HM Prasetyo, procuratore generale di Jakarta, ha affermato: “Abbiamo discusso del suo caso con la controparte filippina ed essi hanno confermato che la sua causa non è ancora conclusa”.