Sri Lanka, l’appello di una madre cattolica: Voglio sapere chi ha ucciso mio figlio
di Melani Manel Perera

Roshen Shanaka è stato ucciso dalla polizia nel 2011, mentre manifestava contro la riforma del welfare. L’ex presidente Mahinda Rajapaksa ha istituito una commissione speciale d’inchiesta, che non ha mai diffuso i risultati delle indagini. I parenti dei feriti chiedono che sia fatta giustizia e siano stabiliti i risarcimenti.


Colombo (AsiaNews) – “Sono passati cinque anni da quando mio figlio è stato ucciso, ma ancora lotto per sapere chi è il suo assassino. Voglio che sia fatta giustizia”. Lo dice ad AsiaNews Mary Swarna Kanthi, la madre cattolica di Roshen Shanaka, un giovane operaio ucciso in una carica della polizia nel 2011, mentre manifestava per il diritto alla pensione in Sri Lanka. Dopo quel tragico incidente il governo dell’ex presidente Mahinda Rajapaksa ha ordinato un’inchiesta, al termine della quale doveva essere pubblicato il rapporto sulle violenze. “Ma il documento non è mai stato diffuso – continua – e le vittime attendono ancora i risarcimenti”.

L’1 giugno scorso, in occasione del quinto anniversario della morte del figlio, la donna ha manifestato di fronte al Segretariato del presidente a Colombo insieme ad altri parenti delle vittime. Il 30 maggio del 2011 la polizia ha aggredito 18mila lavoratori della Free Trade Zone di Katunayake (vicino Negombo, a nord della capitale), mentre manifestavano in modo pacifico contro il nuovo schema pensionistico. Durante gli scontri è morto il giovane Roshen e altre 13 persone sono rimaste ferite in modo grave: tre di esse sono tutt’ora costrette a letto.

I parenti hanno denunciato la mancata pubblicazione del rapporto della Commissione Mahanama Thilakarathne, incaricata di accertare le responsabilità degli agenti. Brito Fernando, membro dell’associazione Free Trade Zone Solidarity (Ftzs), afferma: “Coloro che hanno partecipato alla protesta sono stati picchiati in modo selvaggio e alla fine hanno perso il lavoro”.

L’attivista spiega l’importanza della commemorazione: “In cinque anni ci siamo riuniti 56 volte di fronte alla stazione di polizia di Katunayake e al Segretariato, chiedendo che sia fatta giustizia e che venga stabilito il risarcimento per le vittime. Non abbiamo mai ricevuto risposte. Confidiamo che questo governo possa ascoltare le nostre richieste”.