L'Iraq accoglierà 15 mila pellegrini iraniani la settimana

Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – Baghdad e Teheran hanno firmato un accordo sull'accoglienza di 15 mila pellegrini iraniani la settimana nelle città irakene di Kerbala e Najaf, sante per gli sciiti. Lo ha annunciato domenica 24 luglio Akil Al Khazaali, governatore di Kerbala, all'agenzia France Presse: "Abbiamo concluso un accordo con le autorità iraniane per permettere l'accoglienza, nelle migliori condizioni di sicurezza, di 15 mila pellegrini iraniani la settimana". Khazaali ha fatto parte della delegazione recatasi in Iran con il premier irakeno Al Jafaari dal 16 al 18 luglio. "I pullman coi pellegrini saranno scortati dai poliziotti. Anche gli hotel e i parcheggi saranno sorvegliati", ha aggiunto.

Durante il regime di Saddam Hussein era vietato ai pellegrini iraniani recarsi in Iraq per visitare le città sante dell'Islam sciita. Con la caduta di Saddam, un gran numero di iraniani è potuto entrare in Iraq e molti pellegrini sono stati liberati dalle carceri irakene. Dopo l'uccisione di 66 pellegrini fra Najaf e Kerbala nel dicembre 2004 il governo iraniano aveva chiuso le frontiere in uscita verso l'Iraq: per questo, l'iniziativa congiunta dei due governi assume particolare rilevanza. Le entrate derivanti dal turismo religioso nei prossimi mesi sono stimate in centinaia di migliaia di euro.

Najaf, 160 km a sud di Baghdad, ospita la tomba di Alì, cugino e genero di Maometto. A Kerbala, 110 km a sud della capitale, è sepolto Hussein, figlio di Alì e terzo imam. Molti altri imam dopo di lui sono sepolti a Samarra, 125 km a nord di Baghdad, oggi uno dei focolai della rivolta sunnita. Nella capitale, il santuario di Kazimiya ospita le tombe di due altri imam sciiti.