Gli abitanti del villaggio di Paanama pregano e manifestano per le loro terre (Foto)
di Melani Manel Perera

Il villaggio buddista di Paanama si trova nel sud-est dell’isola. Nel 2011 Colombo ha stabilito che le terre appartengono agli abitanti, ma poi i giudici della divisione distrettuale hanno ribaltato la decisione. Da mesi gli abitanti sono accampati per le strade. I manifestanti marciano per protesta e spaccano noci di cocco secondo il rituale buddista.


Paanama (AsiaNews) – Gli abitanti di Paanama (un villaggio sulla costa sudorientale dello Sri Lanka) hanno ricevuto un’ordinanza di esproprio da parte dell’amministrazione locale, che ha imposto loro di abbandonare le proprie terre entro il 30 giugno. Per protestare contro l’ingiunzione, il 21 giugno essi hanno marciato per le strade del villaggio e spaccato noci di cocco di fronte al tempio di Paththni Amman, secondo un tipico rituale votivo della religione buddista. Alcuni di loro dicono ad AsiaNews: “Con questo gesto invochiamo la benedizione divina, affinchè Dio ci restituisca le terre che il governo ha espropriato in modo forzato”.

La protesta è stata organizzata dal National Fisheries Solidarity Movement (Nafso) in collaborazione con il Praja Abhilasi Network e la People’s Alliance for Right to Lands (Parl), a sostegno dei manifestanti locali riuniti nella Paanam Pattuwa Protection Organisation. Punchirala Somasiri, leader dell’organizzazione, dice: “Come possono farci questo? Come possiamo tollerare una simile decisone?”.

La vicenda della proprietà terriera risale al 2011, quando il governo di Colombo ha deciso che le terre appartenevano agli abitanti del villaggio. I legittimi proprietari potevano rientrarne in possesso a partire dal gennaio 2015, ma due sentenze successive (del febbraio 2015 e di marzo 2016) dei giudici della divisione di Lahugala hanno ribaltato la precedente decisione.

Mentre le autorità tentavano di impedire il recupero dei terreni, la popolazione ha deciso di occuparli con la forza. Da quel momento essi sono accampati per le strade e rifiutano di cedere alle richieste del tribunale.

La protesta del 21 giugno ha avuto una grande risonanza e ha attratto consensi da tutto il Paese. Nel villaggio sono giunti circa 500 manifestanti anche dai distretti di Jaffna, Mannar, Baticaloa, Trincomalee, Ampara, Monaragala, Galle, Matara, Kalutara, Colombo, Gampaha, Polonnaruwa e Kurunegala.

Herman Kumara, coordinatore nazionale del Nafso, riferisce che all’inizio gli abitanti non “avevano il coraggio di organizzare una campagna di protesta, ma ora sono motivati, pieni di energia grazie al sostegno che hanno ricevuto da tutto lo Sri Lanka. Altri quattro villaggi si sono uniti a noi. Prima le persone erano divise, ma poi hanno capito l’importanza di essere uniti nella battaglia”.

Il ven. Chandrarathana Thero, che ha guidato la marcia, ha affermato: “La nostra lotta è riavere indietro le nostre terre. È una lotta che dura da molto tempo e non vogliamo arrenderci quando siamo così vicini all’obiettivo”.