Mercati asiatici nel panico per la vittoria del Brexit

Ha vinto il “Leave” per il 52% dei voti. Borse in discesa. La sterlina perde il 10% del valore. Cresce il prezzo dell’oro e il barile di petrolio scende ancora sotto i 50 dollari. Il Regno unito potrebbe perdere molti investimenti da Hong Kong, Malaysia, Singapore. La mossa britannica contraria alle prospettive della costruzione di un mercato e vie di comunicazione euro-asiatiche.


Hong Kong (AsiaNews) – Le borse asiatiche sono nel panico, con alte perdite non appena è stato chiaro il risultato del referendum in Gran Bretagna, con la vittoria dei sostenitori dell’uscita del Paese dall’Unione europea.

Con una conclusione contraria alle aspettative del giorno prima, i “Leave” (uscire) hanno preso il 52% dei voti, mentre i “Remain” (stare) hanno guadagnato solo il 48%. La partecipazione al referendum è stata alta: il 72%.

A Tokyo l’indice Nikkei è precipitato del 7,7%; In Corea del Sud il Kospi è sceso a meno 3,9%; in Australia a meno 3,4; a Mumbai il Sensex è a meno 3,4%.

In China, lo Shanghai composite era sotto l’1,2%, mentre l’Hang Seng di Hong Kong ha registrato una caduta del 4,7%.

Un elemento preoccupante è la caduta del valore della sterlina, giunta al valore più basso dal 1985. La sterlina ha perso il 10% del suo valore, giungendo ad essere scambiata per 1,33 dollari.

Le conseguenze nel futuro

Secondo diversi analisti, il voto del “Leave” ridurrà il valore del Regno unito come luogo per investire, date le future difficoltà dei rapporti e della comunicazione con l’Unione europea. Fra i Paesi più colpiti vi sono Hong Kong, Singapore e Malaysia che in questi anni avevano investito in infrastrutture e trasporti in una Gran Bretagna legata all’Ue.

Nei mesi scorsi molti leader asiatici, fra cui il cinese Xi Jinping, aveva consigliato alla Gran Bretagna di rimanere nella Ue, come pure molti responsabili di organizzazioni internazionali.

Il distacco del Regno unito dall’Unione avviene proprio mentre in Asia e in Russia cresce l’idea di sempre maggiori contatti euro-asiatici. Lo stesso Xi Jinping è impegnato nella sua campagna “One belt, one road” (una cintura, una via) per ricreare una nuova Via della Seta via mare e via terra fra Asia ed Europa.

La Cina ha dedicato 40 miliardi di dollari per un fondo “Via della Seta”, che è anche l’idea di forza della nuova banca per lo sviluppo, l’Asian Infrastructure Investment Bank, con un fondo di 50 miliardi. Nel programma vi sono progetti di infrastrutture, comprese ferrovie, porti, reti elettriche nell’Asia centrale, del sud come pure in Europa.