Libano: nove morti e 15 feriti in una serie di attentati al confine con la Siria

Colpito il villaggio a maggioranza cristiana di al-Qaa. Quattro diversi kamikaze si sono fatti esplodere a 10 minuti di distanza. Fra i feriti vi sono persone in condizioni critiche. Il ministro della Sanità ha ordinato a tutti gli ospedali dell’area di accogliere i feriti e di curarli a spese del governo. I riflessi del conflitto siriano in Libano. 


Beirut (AsiaNews/Agenzie) - È di almeno nove morti e di 15 feriti il bilancio di una serie di attentati suicidi che hanno investito questa mattina un villaggio nella parte orientale del Libano, nei pressi del confine con la Siria. Secondo quanto riferisce la National News Agency, quattro diverse esplosioni hanno colpito a 10 minuti di intervallo l’una dall’altra. Teatro dell’attentato il villaggio a maggioranza cristiana di al-Qaa. Fra le vittime, i quattro assalitori.

Una fonte militare libanese, interpellata dall’Afp, sottolinea che “il primo attentatore ha bussato alla porta di una delle case del villaggio” e “dopo aver attirato i sospetti di un abitante, si è fatto saltare in aria”. La gente è accorsa sul luogo dell’esplosione, prosegue la fonte, e “tre altri attentatori suicidi si sono fatti esplodere”. 

In precedenza si era parlato di una bomba, seguita poi a breve distanza “da più di un kamikaze". 

Georges Kettaneh, segretario generale della Croce rossa libanese, conta “otto morti, fra cui tre attentatori”, ma il bilancio si è poi aggravato col passare delle ore. Fra i 15 feriti vi sono alcune persone in condizioni critiche e non si escludono nuovi decessi. 

Commentando l’attacco, il ministro libanese della Sanità Wael Abou Faour ha ordinato a tutti gli ospedali dell’area di accogliere i feriti e di curarli a spese del governo. 

Al-Qaa è uno dei tanti villaggi lungo il confine fra il Libano e la Siria, nazione sconvolta da cinque anni di guerra che hanno causato almeno 280mila vittime e originato una crisi umanitaria senza precedenti. Il conflitto siriano ha inoltre acuito le tensioni confessionali in Libano, nazione da oltre due anni incapace di eleggere il presidente della Repubblica e in preda a una gravissima crisi politica e istituzionale. 

Da tempo l’esercito libanese è impegnato in una lotta a tutto campo contro le fazioni jihadiste attive lungo la frontiera e sta cercando di reprimere le cellule locali che operano nell’area. Già nell’agosto del 2014 i militari si sono più volte scontrati con miliziani dello Stato islamico (SI) e membri del Fronte di al Nusra (emanazione di al Qaeda in Siria), nei pressi della cittadina frontiera di Arsal.

Durante la ritirata i jihadisti hanno sequestrato una trentina fra soldati e poliziotti libanesi; di questi 16 sono stati liberati dopo oltre 18 mesi di negoziati.