Il card. Tagle ha chiesto una novena speciale, da recitare durante tutte le messe dell’arcidiocesi, per il futuro dei nuovi leader politici. Il 30 giugno si insedia il nuovo governo nazionale: “Nessuno, singolo o gruppo, può sostenere di essere in grado di risolvere tutto”.
Manila (AsiaNews/Cbcp) – Una preghiera speciale da recitare durante tutte le messe dell’arcidiocesi di Manila e concentrata sul “buon comportamento” dei funzionari del prossimo governo. L’ha invocata il cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo della capitale, che ha emesso una "oratio imperata" per i prossimi amministratori. Questa viene recitata per nove giorni: il 30 giugno il nuovo governo entra in carica.
In una circolare inviata a sacerdoti, cappellani, superiori delle comunità religiose e scuole cattoliche dell’arcidiocesi, il presule ha spiegato che l’orazione “deve essere pregata dai fedeli presenti a tutte le messe” nel periodo che va dal 21 al 29 giugno.
Il card. Tagle ha poi invitato i nuovi funzionari a “essere all'altezza della fiducia che hanno ricevuto dall'elettorato. La nuova amministrazione e gli altri leader neo-eletti devono dare l'esempio e migliorare le modalità di servire il popolo. Spero che coloro che erediteranno l'amministrazione del governo sapranno anche lottare per affrontare i problemi del Paese”.
Parlando della gestione del presidente uscente Benigno Aquino III, il cardinale ha chiarito che “non esiste un governo perfetto” in tutto il mondo: “Come le precedenti amministrazioni, anche il governo Aquino ha realizzato delle cose. Ma molte altre devono ancora essere affrontate”. Nessuno, ha concluso il presule, “singolo o gruppo può sostenere di essere in grado di risolvere tutto”.
Per il 30 giugno è atteso anche un documento dei vescovi filippini su alcune dichiarazioni del presente entrante, Rodrigo Duterte, che prima e dopo la vittoria elettorale ha attaccato la Chiesa e papa Francesco. Il nuovo leader nazionale ha anche annunciato di voler reintrodurre la pena di morte nel Paese e ha garantito la “tolleranza zero” nei confronti del traffico di droga. In queste dichiarazioni, alcuni attivisti hanno visto un’eco della dittatura di Marcos e accusato Duterte di voler riportare in vita gli “squadroni della morte” del periodo della legge marziale.